For a Human-Centered AI

L’indelebile leggerezza delle tracce

28 Febbraio 2024

Un nuovo progetto congiunto FBK-ISIG e 3DOM che svela il volto della città d Trento a partire dai cambiamenti profondi che l'hanno interessata nel corso degli anni e dagli effetti che questi hanno avuto sulla collettività.

La Fondazione Bruno Kessler ha recentemente incrementato il peso innovativo delle proprie ricerche ed iniziative. Tra queste, figurano progetti capaci di studiare la portata innovativa delle nuove religioni a Trento e la loro dimensione spaziale (progetto TESEO), la presenza di migranti e la vita religiosa nella storia urbana della città (progetti PUblic REnaissance e Hidden Trento) oltre alle caratteristiche dell’espansione della stessa e dei conseguenti cambiamenti urbani degli ultimi 150 anni attraverso ricostruzioni 3D multi-temporali (progetto Totem).

Partendo da queste analisi, il progetto CICATRICI intende supportare la riflessione sul futuro della città di Trento, ricostruendo strappi e ferite che si sono prodotte a ridosso di luoghi specifici e processi di elaborazione collettiva di queste alterazioni, o persino “traumi”, da cui però, ancora oggi, dipende il modo in cui la città pensa se stessa e si presenta all’esterno.

A questo fine, il progetto integra la ricerca storica, geografica e sociologica e sperimenta attraverso l’uso di tecnologie digitali (tra cui esperienza in situ attraverso la Realtà Virtuale e la Realtà Aumentata) e soluzioni innovative per la riflessione partecipata sull’evoluzione urbana, sociale e culturale di Trento.

Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi e molteplici e – come spiegano le ricercatrici Elisa Mariarosaria Farella e Valeria Fabretti nelle interviste qui allegate – si avvalgono della collaborazione di diversi centri di ricerca, ognuno dei quali dedicato ad una o più caratteristiche specifiche del progetto. Tale collaborazione comporta l’individuazione di luoghi della città che hanno comportato alterazioni, ferite e “traumi” negli immaginari collettivi; la ricostruzione delle prime reazioni del tessuto sociale e urbano ai luoghi selezionati, e delle risorse attivate nella loro elaborazione; l’analisi delle sfide attuali finalizzate alla coesione e all’inclusione sociale; la sperimentazione del ruolo delle tecnologie digitali nella rielaborazione del loro valore simbolico; la congiunzione del rapporto tra la storia documentata e divulgata e la memoria collettiva.

Com’è noto, le cicatrici si formano dove sono coinvolti gli strati più profondi della pelle. Esse sono l’esito fisiologico del processo di guarigione di un danno e una lesione a carico della cute e possono essere di varie tipologie a seconda del modo in cui avviene la cicatrizzazione. In particolare, l’organismo reagisce innescando un processo tramite il quale il tessuto danneggiato viene sostituito con tessuto fibroso. A seconda dell’entità e della profondità della lesione, poi, la cicatrice sarà più o meno visibile.

Applicando questa metafora alla città di Trento, emergono facilmente le caratteristiche del progetto, e soprattutto la sua capacità di coniugare scienze storiche, geografiche, geomatiche, sociologiche e digital humanities per studiare e ricostruire alcuni luoghi ad alta valenza simbolica per la città. L’analisi di queste tracce non determina solo una sottile ma precisa e fedele radiografia di quanto accaduto, ma proietta in avanti anche le potenzialità e le direzioni socio-culturali che la città di Trento è chiamata a prendere. In questo senso, il progetto intende perciò svelare sia le ferite che le rigenerazioni, le quali hanno interessato aspetti chiave dell’identità trentina e sono ancora oggi centrali rispetto alle sfide che la città si trova a dover affrontare.


Autore/i