For a Human-Centered AI

L’innovazione tecnologica o è innovazione sociale o non è

31 Gennaio 2020

Societing 4.0 si propone di sperimentare e proporre possibili forme di futuro attraverso processi collaborativi: nuovi modi in cui le persone, le istituzioni, il sistema produttivo e quello della ricerca riconfigurano significati, simboli e sistemi sociali, avvantaggiandosi delle grandi potenzialità dell’innovazione tecnologica

Il manifesto Societing 4.0 suggerisce una prospettiva di riflessione sul ruolo della tecnologia nella nostra società e sulla natura profonda dei processi dell’innovazione che hanno implicazioni sulla tenuta economica e democratica coinvolgendo la sfera culturale e quella tecnica.

Societing 4.0 studia, elabora e sperimenta un modello che prende ispirazione dalle caratteristiche storiche, geografiche e simboliche del Mediterraneo. “Il modello mediterraneo si distanzia profondamente da quello della Silicon Valley che, pur fornendo grandi ispirazioni, è basato sul principio winner takes all e si distanzia anche dal concetto di Industry 4.0, che nasce in un contesto socio-economico come quello tedesco, riferito alla grande fabbrica robotizzata. Questi modelli non sembrano sostenibili per l’Italia dei quasi 8.000 comuni -al centro di una nuova complessità, tra Africa, Paesi Mediorientali ed Europa- in una realtà imprenditoriale fatta, soprattutto al sud, di piccole e medie imprese frammentate.”

Tale modello “mette in discussione i modelli estrattivi (delle risorse, dell’ambiente, dell’energia, delle comunità, dei dati…) e intende assumere un punto di vista pluralista e post coloniale per leggere ed affrontare la complessità del presente. Esso guarda alla redistribuzione del valore piuttosto che all’estrazione per una maggiore diffusione delle opportunità. In quest’ottica le tecnologie sono considerate come strumenti che assumono un ruolo rilevante solo quando sanno parlare con i contesti nei quali devono essere applicate per poter favorire i processi di cambiamento, per abilitare le connessioni tra diversi attori e per facilitare le persone.”

I principi dell’azione di Societing 4.0:

1. L’orientamento a nuove forme di futuro
I cambiamenti e i processi di innovazione non sono fini a sé stessi e non possono essere predefiniti, in quanto prodotti da processi di confronto, scambio e reciproco apprendimento. Per questo gli obiettivi da raggiungere sono sempre in fase di ridefinizione e l’azione viene orientata alla possibilità di aprire lo spazio a forme di futuro: immaginabili, possibili, desiderabili.
2. La collaborazione
Pensiamo che il cambiamento si possa realizzare solo con la partecipazione e il protagonismo di tutti i soggetti e gli attori presenti in ogni (eco)sistema. Significa riconoscere l’importanza della compresenza di attori tra loro differenti che, con il loro apporto, consentano di ricombinare i saperi, i punti di vista, i linguaggi, per arrivare a definire soluzioni più efficaci per affrontare la complessità.
3. L’incontro tra ricerca e azione
Siamo convinti che sia necessario superare la separazione tra la teoria e la pratica, creando tra questi un ponte che favorisca l’incontro, la reciproca conoscenza e lo scambio. Ricerca e azione si sviluppano e si ricombinano insieme, rafforzandosi. L’interazione tra teoria e pratica richiede un approccio transdisciplinare, necessario ad affrontare la complessità dei contesti socio-economico-ambientali.
4. L’apertura al cambiamento
La ricerca-azione si apre, ogni volta, alla possibilità di nuove scoperte. Ogni volta parte e continua senza condizionamenti, così i problemi analizzati sono soggetti ad una possibile riformulazione. Le azioni da intraprendere e le loro conseguenze non possono essere mai completamente definite e conosciute in anticipo: arrivano come frutto di interazioni, scambi e apprendimenti continui.
5. Ri-conoscere la situazione
Crediamo nel radicamento in un contesto reale, del quale è fondamentale conoscere e riconoscere le specificità. La ricerca-azione, che utilizza e produce pensiero e conoscenza generale, parte e si rivolge ad ambiti di intervento (geografici, tematici, sociali,…) concreti, che hanno le loro specificità, da comprendere, analizzare e valorizzare. I processi di conoscenza sono funzionali a definire idee e soluzioni che verificano la loro utilità ed efficacia alla prova dei fatti.
6. Ri-creare le situazioni
Utilizziamo il dirottamento di senso (détournement) di concetti precostituiti. È un metodo che ci consente di giocare a inserire elementi, che abitualmente appartengono ad un contesto specifico, all’interno di un contesto differente, per creare relazioni inconsuete dalle quali ricavare nuovi significati possibili, nuove idee e nuove soluzioni. In questo modo, per esempio, si costruisce l’immaginario che fa dialogare l’innovazione tecnologica e i contesti socio-culturali in cui prevale la tradizione: la tecnologia può avere una funzione in questi contesti e insieme smettere di essere il simbolo dell’alienazione.
7. L’abilitazione alla cura del bene comune
Lavoriamo per abilitare un pensiero e un’azione personale e collettiva che generino comportamenti connettivi, orientati socialmente, creativi, produttivi. Supportiamo soggetti e comunità di apprendimento capaci di incidere positivamente sulle condizioni e sugli effetti del produrre, dell’innovare, del vivere insieme, del prendersi cura. Guardiamo al bene comune.
8. Lo stile artigianale
Come nel mestiere dell’artigiano, ci sta a cuore realizzare un lavoro da cui sia possibile ricavare costantemente un sapere necessario e nuovo, dove ogni fase del “processo di produzione” diventa parte del tutto, che va controllato e curato con la disponibilità ad apprendere dagli errori, motivati dalla continua possibilità del miglioramento.
9. Le connessioni
Creiamo ponti: nell’era delle reti significa connettere istituzioni culturali e società civile; aree interne, rurali e bacini metropolitani; micro-piccole e medie imprese e corporazioni internazionali; discipline e metodi; strutture istituzionali di ricerca e la moltitudine di iniziative dal basso, di esperimenti quotidiani che ci suggeriscono nuove strade per uscire dal fallimento del presente.
10. La maieutica
Ci ispiriamo all’ars maieutica per favorire, attraverso il dialogo, l’emersione di idee e punti di vista –individuali e collettivi- che esistono ma faticano ad essere esplicitati. L’emersione e la condivisione di questi segnali deboli, comunque rilevanti per chi li tiene sottotraccia, possono avere una funzione importante nella definizione delle soluzioni di problemi complessi. Il problema, infatti, può già tenere in sé le matrici delle sue soluzioni.


“Non è la visione corretta quella di considerare in termini di dicotomia o conflitto il rapporto tra tecnologia e persona.” – spiega Paolo Traverso, direttore del Centro per le Tecnologie dell’Informazione della Fondazione Bruno Kessler. “Ad esempio, l’intelligenza artificiale non deve rimpiazzare le persone, le loro capacità, la loro creatività, ma le deve esaltare, le deve aumentare, ed è in quest’ottica di collaborazione e complementarietà che l’AI deve essere considerata se guardiamo agli scenari futuri nel mondo del lavoro e delle imprese.”


Foto di copertina: (rilasciata con Licenza “Attribution 2.0 Generic” – CC BY 2.0)


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