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L’interdisciplinarità della storia ambientale

15 Novembre 2023

Apriamo la rubrica "FBK Dictionary" con questo articolo sulla storia ambientale, una linea di ricerca innovativa molto attiva a FBK-ISIG.

“Humans did so in the Pleistocene by helping to drive hundreds of species of large mammals to extinction. They did so in the mid-Holocene by clearing forests for farming. Although we do not do so, it is possible to define the Anthropocene so that it begins with any of these activities.” (John R. McNeill, The Great Acceleration: An Environmental History of the Anthropocene since 1945)

Se si sente per la prima volta parlare di storia ambientale, forse non si proverà una sensazione di sorpresa: non sembra strano pensare che l’ambiente in cui viviamo sia cambiato nel corso del tempo, in relazione al modo in cui noi esseri umani ci siamo rapportati a esso. Un tale campo di studio pare quindi perfettamente legittimo: eppure i due termini, da un punto di vista accademico, sembrano appartenere a domini diversi. La storia è vista come appannaggio esclusivo degli storici e di altri studiosi di scienze umane, mentre l’ambiente appare come una prerogativa delle scienze naturali e dalle loro applicazioni, dalla paleobotanica all’ingegneria ambientale.

A riunire due campi così intuitivamente connessi ma accademicamente (all’apparenza) separati ci pensa la storia ambientale, filone di ricerca che di recente è entrato a far parte degli interessi scientifici anche nel centro di ricerca ISIG di FBK.

La storia ambientale come campo di studi

Per storia ambientale si intende la storia delle relazioni reciproche fra umanità e natura. In questo campo di studi si fondono diversi tipi di expertise, differenti per metodi, dati, fonti: le statistiche di geologi, climatologi, meteorologi e di altri esperti offrono informazioni sulle attività umane, permettendo di misurare il loro impatto diretto sull’ambiente; queste stesse attività, sia che scaturiscano da un’azione intenzionale sulla natura, o che abbiano su di essa un effetto indiretto, vanno poi analizzate in prospettiva storica.

Anche l’ambito di applicazione è piuttosto vasto. La storia ambientale non è solo la storia dell’impatto ambientale, ma anche dell’adattamento del genere umano all’ambiente in cui vive: come abbiamo reagito in passato ai disastri naturali? Come abbiamo fatto fronte alle intemperie di ambienti ostili? Come le società del passato hanno conciliato la necessità di preservare le risorse ambientali con gli interessi economici connessi al loro sfruttamento?

Al tempo stesso, storia ambientale è anche storia delle politiche ambientali, intesa come storia delle azioni che l’uomo compie in modo consapevole per regolare il suo rapporto con la natura: conservazione del suolo, controllo dell’inquinamento e lotte sociali per lo sfruttamento delle risorse sono solo alcuni dei possibili temi d’indagine. 

Non è un caso che questa tradizione sia particolarmente viva in Germania, paese dalla spiccata sensibilità ecologista: i vari filoni di ricerca della storia ambientale sono legati al particolare rapporto con la natura che ogni Paese ha avuto nel corso della sua storia. Così per uno storico americano lo sguardo sarà rivolto alla natura concepita come wilderness da scoprire e conquistare, in assonanza con il mito della frontiera (il vecchio Far West); per uno storico/a europeo, che studia il vecchio Continente già parzialmente urbanizzato alla fine del Medioevo, l’interesse sarà orientato ad esempio a quegli strumenti creati per “salvaguardare” l’ambiente per gli interessi strategici dello stato e delle comunità. Per fare un esempio, ci sono numerosi documenti risalenti al ‘500 e al ‘600 da cui emerge una nuova sensibilità nei confronti della natura. Ce la mostrano le relazioni e le mappe elaborate dalle autorità, in cui sono descritti attentamente i boschi e  le diverse specie di alberi, oppure i regolamenti forestali emanati dai signori locali per limitare il taglio dei boschi in cui si trovano informazioni sulle specie di animali che vivevano nelle foreste e sui fiumi usati per i trasporti verso la pianura.

Nascita della storia ambientale

Andando alle origini di questo campo di studi, il punto d’avvio è stato tracciato da John R. McNeill, il decano della storia ambientale, e dal suo The Great Acceleration: An Environmental History of the Anthropocene since 1945. Il dibattito su Antropocene e Grande accelerazione nasce nell’ambito della geologia e ha ben presto coinvolto la storia e altre scienze umane. Con questi termini ci si riferisce all’improvvisa e rapida capacità umana di impattare sull’ecosistema globale, in una proporzione che rivaleggia con i grandi cambiamenti delle ere geologiche: gli studiosi hanno iniziato a parlare di Antropocene, un’era geologica successiva all’Olocene nel quale (convenzionalmente) viviamo. I dibattiti sulla periodizzazione sono comunque ancora accesi: c’è chi farebbe partire la Grande accelerazione con la Rivoluzione industriale, e chi daterebbe l’inizio dell’Antropocene addirittura alla comparsa dell’Homo sapiens.

FBK e storia ambientale

In ISIG quest’area di ricerca si è concretizzata con un importante evento scientifico del 2021, quando si è tenuta la LXII Settimana di studi, i cui atti sono stati recentemente pubblicati nelle collane del centro “Environment and Infrastructure from the Early Modern Period to the Present. Challenges, Knowledge and Innovation, curati da Katia Occhi e Giacomo Bonan. La Settimana ha avuto come oggetto di indagine la storia delle infrastrutture, analizzate da molteplici prospettive metodologiche e tematiche, con un’ampia periodizzazione per individuare gli innegabili cambiamenti causati dall’industrializzazione e la persistenza di dinamiche preesistenti nell’epoca preindustriale. I due curatori avevano comunque introdotto il tema un anno prima, in un numero degli Annali dell’Istituto del 2020 intitolato “Storia ambientale: nuovi approcci e prospettive di ricerca”.

Proprio in questi giorni in Isig il filone della storia ambientale viene ulteriormente approfondito con l’inizio del nuovo dottorato in storia ambientale alpina, co-finanziato dall’Università di Torino anche grazie ai fondi del PNRR. Il tema dell’ambiente – lo sappiamo bene – è molto caldo ed attuale, e anche l’Europa si è resa conto dell’imprescindibilità di una prospettiva storica: “comprendere lo ieri per progettare il domani” e “historia magistra vitae” non sono semplici frasi retoriche, ma realtà quotidiane della ricerca moderna.

 


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