Parità di genere: conquiste e prospettive
In ogni delitto contro una donna si trova sempre traccia dello stereotipo di genere che relega la donna un passo indietro ovunque: in famiglia, nel lavoro, in società. I tempi sono maturi per una svolta
Nel 2006 i dati della prima indagine ISTAT sulla violenza di genere in Italia furono un vero shock per il Paese. Milioni di donne avevano subito violenza fisica o sessuale. Nessuno, nel terzo millennio, avrebbe mai potuto immaginarlo. Quell’indagine è stata anche un punto di non ritorno per il diritto italiano fino ad allora corresponsabile di un modello culturale ed educativo che anziché contrastare i crimini di genere, li copriva o li minimizzava.
Una nuova coscienza collettiva del fenomeno e l’esempio del diritto internazionale ed europeo hanno in breve tempo condotto anche l’ordinamento italiano a significative conquiste nella prevenzione e repressione della violenza contro le donne.
Nel 2009 viene punito lo stalking. La “legge sul femminicidio”, nel 2013, interrompe il corso di eventi che normalmente annuncia l’omicidio di una donna e inasprisce le pene dei reati le cui vittime predestinale sono donne.
Nel 2019 il “Codice Rosso” prevede come priorità e tratta con procedure d’urgenza reati come la violenza domestica, lo stalking, gli abusi e i maltrattamenti in famiglia; punisce il revenge porn, chi deforma o sfregia irreversibilmente l’aspetto altrui, la costrizione o l’induzione al matrimonio. Conclusioni.
Nel luogo di ogni delitto contro una donna si trova sempre traccia dello stereotipo di genere che assegna alla donna una stessa posizione ovunque: in famiglia, un passo indietro al coniuge; nei luoghi di lavoro, un passo indietro ai colleghi; in società, un passo indietro comunque.
Ecco perché, di fronte al fenomeno della violenza di genere, è stata spesso invocata una svolta culturale.
Ecco perché il titolo scelto per la Prolusione inaugurale del XXI anno accademico dell’Università di Foggia è «Un passo davanti».
Sia pure con ritardo, anche le conquiste giuridiche sono diventate parte integrante di questa volta. Certamente l’evoluzione giuridica ha contribuito a fare in modo che oggi anche per le donne sia possibile stare ‘un passo davanti’. Ma l’evoluzione giuridica non sarà sufficiente a compiere la svolta.
La svolta potrà dirsi compiuta soltanto quando una donna potrà stare un passo davanti senza affrontare complessi o subire pregiudizi. Cioè solo quando, senza complessi e pregiudizi, un uomo saprà apprezzare e amare una donna «un passo davanti» a lui perché più capace o semplicemente perchè libera di scegliere il suo posto nel mondo.
Si conclude con questo brano il percorso in 4 tappe per approfondire il fenomeno della violenza contro le donne. Per rileggere i passaggi precedenti:
- “Cos’è la violenza contro le donne“;
- “Violenza di genere. Violenza contro le donne. Femminicidio“
- “Violenza contro le donne: il diritto e le responsabilità“
Ecco il testo integrale della prolusione «Un passo davanti» Vulnerabilità, violenza di genere, responsabilità e conquiste.
Gabriele Fattori insegna Diritto ecclesiastico e canonico all’Università degli Studi di Foggia e collabora con il Centro per le Scienze Religiose (ISR) della Fondazione Bruno Kessler. Per l’Università di Foggia è anche Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Scienze Giuridiche della Sicurezza e Delegato rettorale al Sistema Bibliotecario d’Ateneo.