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Partiamo dalla fine: le riprese del funerale di Kessler

27 Gennaio 2023

Grazie a una VHS possiamo rivedere le riprese originali del 1991, che ci permettono di riflettere sul fatto che le immagini che vediamo sono sempre il prodotto della scelta di qualcuno.

I documenti di un archivio non sono sempre solo lettere, ma possono essere fotografie, agende e anche prodotti audiovisivi. Tutte queste fonti sono importanti per ricostruire il passato, ma le immagini sono tendenzialmente più rischiose, perché siamo meno abituati a mettere in dubbio la loro veridicità. Anche loro sono però il prodotto di un’opzione. Qualcuno ha scelto di catturarle in un istante preciso e da un’angolazione particolare. Lo ha fatto per una serie di motivi importanti da indagare, se vogliamo davvero capire la storia che stiamo cercando di raccontare.

Il Fondo privato di Bruno Kessler, conservato presso l’Archivio Provinciale di Trento, contiene 43,5 metri lineari di documenti: una pila alta come la Torre civica di Trento, per intenderci. Uno dei primi documenti che ho guardato è stata appunto una vecchia VHS. Sono arrivata in archivio, mi sono messa le cuffie (per non disturbare nessuno) e ho iniziato a guardare.

È il 22 marzo 1991. Una macchina procede sotto la pioggia sulle strade della Val di Sole, al suo interno un operatore riprende il viaggio. Quando vede il cartello del paese di Mezzana chiede all’autista di fermare i tergicristalli, solo così può riprendere senza troppe interruzioni quel passaggio. Sembra un fatto banale, e forse lo è, però ci fa anche capire quanto i video che vediamo siano costruiti nei minimi dettagli. Mezzana per il divenire del racconto è importante. Forse perché il borgo ha visto un notevole sviluppo turistico grazie alla nuova stazione di Marilleva, prevista nel Piano Urbanistico Provinciale sviluppato su volere di Bruno Kessler, al tempo della sua presidenza.

Inquadrare quel preciso momento serve a mostrare agli occhi degli spettatori l’ultimo viaggio di Kessler nella sua amata Val di Sole. Bruno Kessler era morto il 19 marzo. La messa funebre e la sepoltura si sarebbero svolte a Vermiglio, paese in cui la sua famiglia si era trasferita dopo la prematura scomparsa del padre. Il 21 marzo, in Piazza Duomo a Trento si erano invece celebrati i funerali solenni. Dalla camera mortuaria allestita in Sala Depero, in quella stessa aula dove Kessler era stato protagonista in consiglio provinciale in qualità di Presidente della Giunta, un lungo corteo aveva seguito il feretro fino al cuore della città di Trento. (video dal minuto 4:26)

Molti però lo aspettavano in piazza Duomo, tra loro Silvius Magnago. Magnago era stato per trent’anni il presidente della Südtiroler Volkspartei, partito di maggioranza in Alto Adige, e presidente della Provincia di Bolzano (dal 1960 al 1989). Era lui il volto dell’autonomia in Alto Adige. Il suo intervento era stato determinante sia per l’approvazione del cosiddetto Pacchetto – l’insieme delle norme elaborato da Italia e Austria per la tutela della minoranza sudtirolese – sia per la sua successiva attuazione con il Secondo Statuto di Autonomia. La sua presenza aveva potenzialmente un impatto emotivo, perché mutilato di guerra (aveva perso una gamba sul fronte russo combattendo per la Germania), era di dieci anni più vecchio di Kessler e nel 1991 aveva solo da poco lasciato la guida della provincia.

Ancora una volta, protagonisti di questa nostra storia, possibile grazie ai filmati grezzi conservati in Archivio provinciale, sono però gli operatori. Quando il video ci porta in Piazza Duomo, uno di loro esclama: «Martino va che gh’è lì Magnago, l’è n’imagine favolosa». Anche il giornalista Alberto Folgheraiter mi ha raccontato come proprio quell’immagine gli fosse rimasta impressa: Magnago, ormai vecchio, seduto sotto il catafalco nero che aspetta la processione. Oggi quella fotografia l’avrebbe fatta, dice. Allora, nella piazza gremita non erano riusciti a catturare l’immagine in tutta la sua potenza. Resta da chiedersi cosa ci avrebbe raccontato allora e cosa ci racconterebbe oggi, quella fotografia che non esiste.


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