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Bombe in Trentino

6 Aprile 2023

Nelle carte di Kessler c’è poca traccia della prima parte della sua vita, che rimane sullo sfondo di una carriera politica importante: resta però traccia dell’esperienza dei bombardamenti nella seconda guerra mondiale.

Ricostruire la vita di una persona non è facile, soprattutto i primi anni restano spesso i più vaghi. Anche per personaggi importanti come Bruno Kessler non è detto che si riesca a trovare molto, a maggior ragione se la famiglia di provenienza non era conosciuta. Sto cercando quindi di ripercorrere le varie tappe del suo percorso contattando tutti gli archivi che penso possano conservare documenti che hanno riguardato lui o la sua famiglia.

Il problema principale, tuttavia, è che non tutti sono disponibili. Se si vuole studiare i primi lavori di Kessler, ad esempio, bisognerebbe consultare l’archivio del Tribunale di Trento, dove fu cancelliere più o meno dal 1949 al 1952, ma non è possibile farlo perché quei documenti non sono ancora stati depositati all’Archivio di Stato di Trento e sono tuttora conservati presso i quattro magazzini del tribunale. Bisognerebbe anche vedere le carte della Banca di Trento e di Bolzano, ma in questo caso sono disponibili solo i verbali del Consiglio di Amministrazione, che ovviamente non parlano di un semplice impiegato dell’ufficio legale, quale fu il protagonista della mia ricerca circa dal 1952 al 1956.

Le carte private di Kessler, quelle tra cui stiamo facendo il nostro viaggio, non offrono molti spunti sul primo periodo della sua vita, ossia quello che precede la sua prima elezione a consigliere provinciale nel 1956, che lo vedrà poi tra i protagonisti della nuova giunta in veste di Vicepresidente della Provincia e Assessore alle Finanze.

Ho provato allora a frugare nelle buste più vecchie, come quelle dello studio legale che Kessler aveva aperto, probabilmente dopo aver lasciato il posto alla Banca. In tre buste sono raccolti molti fascicoli di casi seguiti da Kessler, come procuratore prima e avvocato poi. Si tratta prevalentemente di questioni di proprietà: locazioni, compravendite e per lo più riguardano solandri, a riprova del forte legame con la sua valle d’origine (la Val di Sole, appunto). Tra questi però mi è saltato all’occhio il fascicolo «Lia Ved. Coraiola e figli in Trento». Coraiola era il nome della suocera di Kessler e infatti la pratica riguarda la richiesta di indennizzo, presentata a seguito dei danni provocati dal bombardamento del 13 maggio 1944, alla casa di famiglia. Sono conservati la stima dei danni fatta ancora nel settembre del 1944 e il prospetto del palazzo. L’edificio affacciava su piazzetta Lodron, solo la punta dell’attuale omonima piazza, che esiste oggi proprio a causa di quel bombardamento: lo sgombero di quegli edifici distrutti infatti permise la creazione dello spazio pubblico che conosciamo oggi.

La seconda guerra mondiale lasciò ferite nella città e nella provincia di Trento. Molti sono i racconti dei bombardamenti, soprattutto dei due più devastanti: il 2 settembre 1943 persero la vita 229 persone e venne colpito il centro della città, dove fu abbattuto il ponte di san Lorenzo; il 13 maggio 1944 la distruzione fu più estesa e 15.396 persone furono sfollate. Penso che tante famiglie trentine abbiano ricordi di quei giorni difficili, sicuramente li aveva la mia, e alcuni sono arrivati lontano, come quello che ha portato alla creazione del film d’animazione Mila (disponibile su RaiPlay, qui trovate anche la presentazione fatta in ISIG).

Anche Bruno Kessler e la moglie Cecilia Tomasoni avevano vissuto sulla propria pelle la distruzione causata da quelle bombe. Come emerge dalle carte di Kessler avvocato, Cecilia aveva perso la casa di famiglia. Bruno invece era di guardia al Pont dei Vodi, il ponte ferroviario sulla linea del Brennero a Lavis (a nord di Trento) dove, per conto della Compagnia Todt – agenzia di lavoro coatto della Germania nazista per cui probabilmente era stato reclutato con la chiamata alle armi – aveva il compito di attivare i fumogeni per prevenire attacchi aerei su un collegamento così importante. Il Pont dei Vodi fu uno dei maggiori obiettivi delle campagne aeree: tra il 1943 e il 1945 subì più di 240 bombardamenti per essere poi prontamente ricostruito ogni volta. Anche durante un turno di Kessler il ponte fu distrutto, anche perché lui e i suoi compagni non accesero i fumogeni, credendo che gli aerei americani si stessero dirigendo a Monaco. Quando i velivoli cambiarono rotta era ormai troppo tardi per salvare il ponte.

L’Europa del 1945 era un cumulo di macerie da ricostruire. Nel suo piccolo, anche il Trentino si inserisce in questa storia e Kessler fu senz’altro uno dei suoi protagonisti.

 


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