For a Human-Centered AI

Quale strategia ad alto impatto per il paese attraverso Data e AI?

20 Novembre 2020

Paolo Traverso ha preso parte alla kermesse online AI & DATA FORUM LIVE 2020, discutendo delle opzioni di strategia nazionale con un focus sull'impatto per l'economia e la società

Quale strategia mettere in atto che impatti sull’economia e sulla società del nostro Paese attraverso Data & Artificial Intelligence? Questo è stato il focus della Sessione Plenaria 3 dell’AI & Data Forum LIVE 2020, Moderato da Ezio Viola, AD di The Innovation Group Italia, ed Emilio Mango, Direttore responsabile di Technopolismagazine.it

Sono INTERVENUTI:

  • Michela Milano, Head of Research Institute for Human-Centered Artificial Intelligence, Università di Bologna
  • Andrea Bianchi, Responsabile pianificazione strategica e politiche industriali, Invitalia
  • Paolo Traverso, Fondazione Bruno Kessler 
  • Patrizio Bianchi, Economista, Professore della Cattedra Unesco su Educazione, Crescita e Uguaglianza, Università di Ferrara e Direttore Scientifico, International Foundation Big Data and AI for Human Development IFAB
  • Piero Poccianti, Presidente, AIXIA

Michela Milano ha fornito una panoramica introduttiva sull’Intelligenza Artificiale in Italia, sottolineando come siano stati raggiunti risultati importanti negli ultimi 10 anni anche se mancano ancora Explainability e Bias-free models.

Le politiche industriali sono state al centro dell’intervento di Andrea Bianchi: “Abbiamo bisogno di cambiamenti radicali tenendo presente che l’AI non è una tecnologia singola ma un’insieme di tecnologie. Dobbiamo cominciare a ragionare per ecosisistemi: l’ecosistema della ricerca, l’ecosistema della produzione e infine quello dei clienti cioè il settore pubblico e quello privato“.

In altri termini, occorre un forte cambio dei modelli di business per favorire la customizzazione di massa e la in sinergia fra il sistema dei servizi e la manifattura. Fare interagire gli ecosistemi significa anche individuare come elemento caratterizzante della nuova strategia il passaggio da un trasferimento tecnologico lineare a uno di tipo circolare. Siamo pronti per il cambio di paradigma?

Paolo Traverso, a capo della struttura che dal 1° gennaio 2021 orienterà il Marketing strategico in FBK, ha parlato di come la trasformazione digitale made in FBK stia svolgendo un ruolo chiave per aiutare i territori in crisi, facendo degli esempi che riguardano la sanità, la mobilità e le tecniche di nowcasting basate sul machine learning. Non solo, andando oltre le singole soluzioni, ha descritto come le policy stesse di ogni città possano essere oggetto di modellazione evolutiva.

A proposito di FBK, all’insegna dell’adagio Test before you invest, ha presentato sinteticamente l’esperienza dei laboratori congiunti che vedono le aziende lavorare con i ricercatori, un sistema di addestramento per competenze verticali in un ambiente internazionale stimolante che tiene insieme in una relazione di reciproco arricchimento i problemi rilevati dall’azienda e relativi ai business o mercati e le tecniche innovative alla frontiera della conoscenza, dominio della ricerca.

Piero Poccianti si è concentrato sulla dimensione europea: “La strategia Europea mette l’uomo al centro. Abbiamo cominciato a parlare di etica dell’Intelligenza Artificiale, di macchine che devono spiegare il loro comportamento. L’AI è complessa ma non è diversa dalla nostra intelligenza. In Europa abbiamo un terreno economico diverso da quello di USA e Cina, fatto di micro imprese. Su questo per quanto riguarda le implicazioni di AI abbiamo grandi possibilità. Ma abbiamo una burocrazia folle, dobbiamo semplificare“.

In chiusura Patrizio Bianchi ha posto l’accento sulle sfide della sostenibilità e sul ruolo delle tecnologie per fronteggiarle: “Ambiente, salute e mobilità sono i tre pilastri fondamentali su cui bisogna intervenire. L’Intelligenza Artificiale deve essere lo strumento per raggiungere questo risultato. Fondamentale il ruolo del governo“.

In particolare ha esortato l’uso dei dati per lo sviluppo sostenibile e ha sottolineato l’importanza di costruire filiere per fare entrare nella dinamica dell’innovazione anche le piccole imprese, così presenti nel nostro tessuto produttivo. Per far crescer nuove imprese occorrono risorse e nuove competenze, rispetto agli altri paesi avanzati l’Italia è all’ultimo posto nelle classifiche sulle competenze digitali, c’è dunque un enorme problema educazione, se non lo affronteremo con decisione gli avanzamenti della tecnica finiranno per acuire le già aspre disuguaglianze esistenti.


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