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Smart packaging, la challenge dell’AI Open Innovation Lab 2020

21 Febbraio 2020

Due squadre di studenti si sfidano per individuare soluzioni e sistemi di imballaggi intelligenti per il mondo vitivinicolo locale

Sedici studenti, due team, un’unica sfida: realizzare un innovativo sistema di imballaggio da applicare al mondo dell’impresa vitivinicola.

È l’obiettivo dell’AI Open Innovation Lab 2020, laboratorio di open innovation multidisciplinare con un forte focus su innovazione e intelligenza artificiale organizzato da Fondazione Bruno KesslerIstituto Artigianelli per le Arti Grafiche e Università degli studi di Trento, nato l’intento di valorizzare indipendenza, visione tecnologica e capacità di problem solving di studenti di età e scuole diverse, chiamati a risolvere sfide concrete lanciate da aziende del territorio dei più svariati settori.

Due le aziende partner di questa edizione, Bertolin Imballaggi Srl di Borgo Valsugana e Arunda Sektkellerei di Meltina, in provincia di Bolzano. 

Per loro i due team Next Cube e B-Box – composti da un totale di 16 studenti provenienti dall’Istituto Artigianelli per le Arti Grafiche, dal Liceo Scientifico Da Vinci, dall’Istituto Tecnico Tecnologico Buonarroti, dal corso di  Laurea Magistrale in Human Computer Interaction e dal corso di Laurea magistrale in Interfacce e Tecnologie della Comunicazione dell’Università di Trento hanno lavorato per ideare soluzioni di smart packaging, capaci di aggiungere alle tradizionali funzioni dell’imballaggio anche elementi di innovazione utili e fruibili sia dall’azienda sia dall’utilizzatore finale del prodotto. 

Per tutto il percorso sono stati seguiti dalle docenti Elisa Guardabasso e Elisa Lorenzoni e dalla junior research assistant Alessia Marcolini della FBK. 

In questi mesi hanno potuto percorrere le diverse fasi della progettazione: Analisi degli stakeholder, Analisi del prodotto, Incontro con il cliente, Analisi del viaggio del prodotto, Profilo degli utenti, Incontro con gli utenti, Casi d’uso, Analisi dei competitor, Approfondimenti con gli esperti (Sensori, Intelligenza Artificiale, Stampa Flessografica, Enologia), Brainstorming partecipato, Mappa della soluzione e gli Scenari d’uso.

Il 20 febbraio scorso, negli spazi del C-Lab di Piazza Fiera, le due squadre hanno presentato il frutto dei primi cinque mesi di lavoro alla giuria dell’iniziativa, che ha valutato le soluzioni proposte e individuato quella più convincente su cui i ragazzi continueranno a lavorare fino al prossimo maggio, data in cui avverrà la presentazione del prototipo definitivo.

La sfida, come ogni anno, è riuscire a far dialogare e lavorare assieme due mondi che il più delle volte sono lontani, e cioè quello della scuola e quello dell’impresa – le parole di Erik Gadotti, dirigente dell’Istituto Artigianelli per le Arti Grafiche -. Il lavoro congiunto e la contaminazione tra questi due mondi sprigiona le potenzialità di entrambi creando qualcosa ad alto valore aggiunto sia per le applicazioni concrete che vengono introdotte in azienda sia per le scuole e i ragazzi, che portano nell’ambiente scolastico le dinamiche e i processi tipici delle aziende“.

Entrambe le squadre in sfida hanno lavorato per reinventare il tradizionale imballaggio di bottiglie da vino. Tante le idee e le intuizioni presentate dai due team alla giuria e al ceo di Bertolin Imballaggi Omar Rota: dall’introduzione ai sensori per il monitoraggio dei trasporto e della temperatura del prodotto, all’applicazione di particolari design e QR capaci di far vivere al cliente anche la parte esperienziale e raccontare il prodotto o il processo produttivo, dall’introduzione di materiali e inchiostri particolari all’utilizzo della realtà aumentata, fino alla possibilità di dare una seconda vita all’imballaggio.

Proprio l’idea di dare una seconda vita al packaging ha fatto pendere il giudizio della giuria sulla soluzione proposta dal team B-Box, che i ragazzi continueranno ad affinare nei prossimi mesi, anche sulla base delle osservazioni della giuria.

In tutte le iniziative che conduciamo insieme all’Istituto Artigianelli, cerchiamo sempre di dar vita a un ecosistema scuola importante, che metta insieme attori del territorio offrendo agli studenti partecipanti l’opportunità di misurare e accrescere le proprie competenze  in un contesto multidisciplinare, su temi complessi ma al contempo molto concreti, come l’intelligenza artificiale, il design, la sensoristica e i big data – spiega Claudia Dolci, responsabile dell’Unità Ricerca e Innovazione per la Scuola di FBK – . È un’iniziativa di valore che avvicina i ragazzi al mondo della ricerca e del lavoro, mettendoli in gioco nel provare a sviluppare soluzioni interessanti per le aziende“.

I ragazzi sono stati seguiti e accompagnati da un team di esperti provenienti da i tre enti promotori dell’iniziativa: Claudia Dolci, Cesare Furlanello, Giuseppe Jurman e Alessia Marcolini della Fondazione Bruno Kessler, Paola Venuti dell’Università di Trento, Erik Gadotti, Marco Franceschini, Elisa Lorenzoni e Elisa Guardabasso dell’Istituto Artigianelli per le Arti Grafiche.

 


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