For a Human-Centered AI

Basta news, puntiamo sull’informazione

11 Maggio 2022

Arrivano i podcast di Radio FBK: la Ricerca che non ti aspetti

Ci sono libri che non ricordiamo di avere letto, altri invece hanno in qualche modo segnato il nostro modo di pensare, addirittura di essere: “libri che ti cambiano la vita”, si suole dire. Alla seconda categoria della biblioteca personale appartiene “Smetti di leggere notizie”, di Rolf Dobelli. Il libro di Dobelli è uscito in inglese il 9 gennaio 2020, subito tradotto in Italia da Silvia Albesano per Il Saggiatore. La cronologia in questo caso è importante, perché Dobelli aveva iniziato a ragionare sulla dieta mediatica parecchio tempo prima (il riferimento originario è un suo intervento in redazione al Guardian nel 2013) e ha concluso il proprio lavoro prima che lo spazio dell’opinione pubblica italiana e mondiale venisse travolto dalla duratura onnipresenza di Covid19. Se dunque qualcuno o qualcuna ha avuto da lamentarsi per l’eccesso di notizie in quella specifica circostanza, ebbene, vale la pena ricordare come i segnali per preoccuparsi ci fossero già prima.

La tesi di Dobelli è più complessa di quanto non dica il titolo a effetto scelto per il libro (in questo caso la traduzione italiana, va scritto, non ha tradito l’originale Stop Reading the News).

Partiamo da una differenza fondamentale: le notizie (news) sono le cose che accadono e vengono comunicate in un indistinto calderone (dagli amori estivi dei calciatori all’attacco terroristico), tutto fa click, mentre l’informazione è qualcosa di più neutro, rilevante, da approfondire. Non è importante tutto quanto è nuovo. Secondo Dobelli non dobbiamo smettere di informarci, ma definire quali sono i nostri ambiti di competenza, dedicandoci con esclusiva serietà a quelli, che l’esperienza dice essere al massimo due, tre per ciascuno o ciascuna di noi: la vita privata, la professione, forse un hobby preso con la dovuta dedizione. Una volta definiti i nostri ambiti di competenza, possiamo fermarci e approfondire, senza più rincorrere tutto quello che passa, leggendo articoli lunghi e approfonditi, ma soprattutto leggendo libri. Certo, aggiunge Dobelli, può essere che si rincorrano le notizie per puro intrattenimento, ma a quel punto non sarebbe meglio leggere un buon libro, guardarsi un bel film?

Le obiezioni a questa tesi apparentemente estrema possono essere varie, la più ripetuta – dice lo stesso Dobelli – è che senza leggere notizie non si può essere buoni cittadini. Lasciamo da parte le repliche dell’autore, potrete leggere se volete un approfondimento interessante su Slow News, per esempio, e veniamo a noi.

Un Magazine di comunicazione scientifica – ce lo diciamo spesso in redazione – non può seguire le news, non è il suo mestiere, non è il nostro mestiere. Dobbiamo occuparci di informazione nel senso indicato da Dobelli, puntando a intercettare la curiosità di chi include proprio la comunicazione della scienza nei propri ambiti di competenza. Questo proviamo a fare, attraverso i nostri articoli e le altre forme di comunicazione che vi stiamo proponendo. Per esempio, il podcast, che nella puntata in uscita propone un ragionamento sulle fake news.

Claudio Ferlan


Un nuovo filo diretto: il podcast della Ricerca che non ti aspetti

A questo proposito un nuovo modo di fare comunicazione e di approfondire temi di attualità e di ricerca è quello offerto nel panorama mediatico di oggi dal format dei podcast. La Radio, la voce, la parola al centro, dove, come e quando vuoi. On demand, insomma.

Il tempo è quello di una ventina di minuti – pari giusto a uno dei nostri viaggi in auto, treno o a uno dei quotidiani momenti di ‘passaggio’ – da riempire di contenuti di approfondimento utili e trattati con un  giusto bilanciamento  fra dialettica e sana curiosità .

Il format è quello della domanda ‘del lettore’, la curiosità del cittadino rispetto a grandi o piccoli temi, definizioni più o meno comprensibili, che capita sempre più spesso di ascoltare: emergenza climatica, fake news, intelligenza artificiale e deep fake.

Ma non solo, Radio FBK  propone anche approfondimenti su temi di attualità, sempre visti attraverso l’occhio esperto e multidisciplinare delle Ricercatrici e Ricercatori di FBK e dell’universo di esperte ed esperti che quotidianamente sono in stretta connessione con una realtà come la Fondazione. Protagonisti di quel lavoro fondamentale e a volte poco conosciuto del “retroscena” della Scienza, lavorano ai grandi temi che impattano sulla vita di ognuno di noi.

Un esempio? Le riflessioni podcast offerte dalle prime due puntate della nuova serie “Radio FBK: Scienza e Società”,  già disponibili sui nostri canali e con un focus sull’attuale scenario internazionale: Guerra e storia da un lato (“ll ritorno della guerra” con gli storici Ferlan, Mondini) e Guerra e crisi energetica: rischi e opportunità con il Direttore del Centro per le Energie Sostenibili, Luigi Crema, dall’altro.

Oggi dedichiamo questo editoriale anche alla nuova puntata della serie “Radio FBK: Scienza e società”, che vede protagonista il nostro storico e Direttore di FBK Magazine Claudio Ferlan in un dialogo con Elisabetta Farella, dottorato in Ingegneria  e informatica, a capo dell’Unità di Ricerca E3DA del Centro Società Digitale, in un dialogo fra storia e intelligenza artificiale sul tema dei deep fake.

La Ricerca che non ti aspetti, se volessimo sintetizzare in uno spot. Perché la Ricerca è davvero presente in ogni momento e in ogni aspetto della nostra vita.

Silvia Malesardi

p.s. Avete domande, temi da proporre, curiosità che vi piacerebbe fossero approfondite da Radio FBK o da FBK Magazine? Siamo tutt’orecchi, pronti ad accogliere spunti per nuovi e speriamo interessanti e utili approfondimenti!

Scrivici:

Trovi Radio FBK su:

Spreaker

Spotify

Apple Podcast

Google Podcast


Autore/i