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Eredità e giustizia sociale

17 Febbraio 2023

Salvatore Morelli ha presentato in FBK-IRVAPP le evidenze del suo ultimo studio: "L'INFLUENZA DEI TRASFERIMENTI INTERGENERAZIONALI SULLA DISUGUAGLIANZA DELLA RICCHEZZA NEI PAESI RICCHI: LE DIMENSIONI CONTANO".

Qual è l’impatto di eredità e donazioni (i cosiddetti trasferimenti intergenerazionali) sulla disuguaglianza? Esistono delle soglie di trasferimento della ricchezza che fanno la differenza? Quali comportamenti si registrano nei paesi sviluppati? Quali implicazioni di policy emergono?

Queste sono le domande centrali a partire dalle quali si è sviluppata la ricerca intitolata “The Influence of Intergenerational Transfers on Wealth Inequality in Rich Countries: Size Matters“, di prossima pubblicazione, a cura di Salvatore Morelli (UniRoma3), coautore insieme a P. Van Kerm, B. Nolan e J. Palomino. L’articolo scientifico, non ancora pubblicato e in questo momento sotto revisione, è stato presentato e discusso il 13 febbraio 2023 presso la sede di FBK-IRVAPP a Trento.

In estrema sintesi, esso mostra un’indagine comparativa sul ruolo che la ricezione di eredità o donazioni gioca nell’influenzare la disuguaglianza nei paesi ricchi, in particolare confrontando l’effetto che dimensioni diverse dei trasferimenti stessi producono. L’analisi viene applicata ai microdati delle indagini sulla ricchezza per sei grandi Paesi: Italia, Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e USA. L’abstract integrale è disponibile qui.

Il background 

Se si prendono in considerazione le statistiche relative a Italia, Francia, Germania e USA, possiamo osservare che a partire dal 1970 in tutti e quattro i Paesi è stato registrato un trend di crescita costante della rilevanza di eredità e donazioni (misurata come percentuale della ricchezza nazionale complessiva): fra il 4% e  l’8% fino al 1990, e poi, in particolare per quanto riguarda Italia e Francia, attorno all’11% nel 2000 e oltre il 14% nel 2010. In parallelo, sempre in Italia, dal 1996 in poi, mentre il peso dei trasferimenti è andato aumentando (dal 10% fino al 18% in 20 anni), la consistenza dei risparmi si è assottigliata (dal 16% al 3% nello stesso periodo), confermando il fatto assodato che il nostro Paese sia l’unica economia sviluppata ad aver avuto negli ultimi trent’anni una contrazione di produttività e potere d’acquisto.

Il metodo d’indagine

La ricerca è stata svolta a partire dall’identificazione (per il tramite della stima di funzioni di influenza) delle soglie di ricchezza oltre, o dentro le quali, per ogni Paese, il contributo agli indicatori di disuguaglianza di ricchezza è stato negativo oppure positivo (l’analisi principale è basata sul coefficiente di Gini, ma può essere svolta su diversi indicatori). Successivamente, sfruttando il posizionamento dei percettori di trasferimenti di ricchezza rispetto a queste soglie si stima, tramite regressioni lineari, il contributo medio sugli indicatori di disuguaglianza di ricchezza da parte delle famiglie che hanno ricevuto, nel corso della propria vita, dei trasferimenti. Questo esercizio viene anche effettuato differenziando gli effetti per diversi ordini di grandezza dei trasferimenti. Per approfondimenti metodologici si veda la presentazione.


In questo lavoro e più in generale nel suo programma di ricerca, Morelli descrive l’importanza di guardare in profondità a dati come il patrimonio o i lasciti ereditari per comprendere le dinamiche sociali. Ne abbiamo parlato con l’autore, chiedendogli in particolare quali possono essere le implicazioni emergenti.  

S.M.: “In effetti, l’identificazione di soglie monetarie specifiche per ogni Paese, al di sopra delle quali i trasferimenti di ricchezza sembrano diventare dis-egualizzanti può guidare la scelta di soglie di esenzione per la tassazione dei trasferimenti di ricchezza, o anche il valore al di sopra del quale i trasferimenti potrebbero essere tassati in modo più progressivo o con l’aliquota marginale più alta.”

Per fare un esempio, la ricerca identifica questa soglia di trasferimenti familiari cumulati nel corso della vita, pari a 840 mila Euro nel caso dell’Italia. Assumendo che i trasferimenti familiari siano divisi equamente fra due adulti, significa che trasferimenti individuali cumulati superiori a 420 mila sono identificati come dis-egualizzanti per la distribuzione di ricchezza. Per dare qualche ulteriore riferimento, il trasferimento di patrimonio ai figli è oggi soggetto a un’aliquota del 4% solo oltre la soglia di 1 milione di euro, mentre un’eredità di qualsiasi entità ricevuta da uno zio è tassata per intero all’8%. In Francia, ogni figlio ha diritto a un’esenzione di soli 100 mila euro e le aliquote sono progressive fino a una massima del 45%. L’aliquota massima media dei paesi Ocse è del 15%.

I risultati del lavoro empirico forniscono anche strumenti per esprimere un giudizio sulle prospettive di riduzione delle disuguaglianze di proposte di riforma dell’attuale imposta di successione come la proposta di imposta sui “vantaggi ricevuti”, come concepita dal Forum Disuguaglianze Diversità. Tale proposta prevede una riformulazione dell’imposta di successione sulla somma di tutte le grandi eredità e donazioni ricevute nell’arco della vita da qualsiasi parte provengano (con soglia di esenzione pari a 500 mila euro e tre aliquote marginali: 5%, 25% sopra 1 milione di euro e 50% al di sopra dei 5 milioni di euro). La proposta, prevedendo, inoltre, di istituire un’eredità universale e incondizionata di 15 mila euro da erogare a ogni diciottenne, finanziata – in larga parte – con tale imposta, fornirebbe un’ulteriore spinta alla riduzione delle disuguaglianze di ricchezza nel medio periodo.”


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