Gravidanza e diabete, la sicurezza in una app
Sviluppata da Fondazione Bruno Kessler e da TrentinoSalute4.0, e progettata per il monitoraggio costante delle mamme diabetiche, la App è in sperimentazione in Trentino da alcuni anni
Si chiama “TreC_Diabete” ed è un’applicazione sviluppata da TrentinoSalute4.0 e, in particolare, dall’unità di ricerca e-Health del Centro ICT della Fondazione Bruno Kessler di Trento, nell’ambito del progetto TreC – Cartella Clinica del Cittadino.
Presso il Centro diabetologico di Trento (CAD) della APSS, l’unico centro di riferimento per tutto il Trentino per la donna diabetica in gravidanza, è in corso una sperimentazione che permette al medico diabetologo di prescrivere la App alle donne in gravidanza con il diabete. Dal 2014, TreC_Diabete è stata prescritta a più di 26 donne, di cui 23 mamme, che la hanno utilizzata quotidianamente già dalle prime settimane di gestazione fino al parto. Ma non solo: l’applicazione può essere estesa anche a casi selezionati di giovani all’esordio di malattia e con preferenza alle persone che vivono nelle valli, lontano dal centro.
Con l’obiettivo di rendicontare questo progetto di innovazione sanitaria, abbiamo invitato alcune di queste mamme “speciali” a raccontarci la loro esperienza. Ne è nato un video documentario che è stato presentato lo scorso 5 maggio al TrentoFilmFestival durante l’incontro “Montagne e tecnologie per la salute. Mamme diabetiche in gravidanza” (qui la versione breve da 8 minuti). All’appuntamento erano presenti la dott.ssa Tiziana Romanelli, responsabile del servizio diabetologia dell’APSS di Trento, le infermiere e la nutrizionista del team di Diabetologia del CAD, Katia, una delle quattro protagoniste del documentario e Ileana, una studentessa di Trento a cui è stata prescritta la App durante un periodo particolare della sua vita.
Ma perché le abbiamo definite “mamme speciali”? Per tre motivi: il primo, perché sono mamme diabetiche. Il secondo è perché sono mamme che hanno deciso di mettersi in gioco e accettato di sperimentare in prima persona una tecnologia nuova. Il terzo motivo: queste mamme vivono, con le loro famiglie, in montagna e nelle valli del Trentino, lontane dal centro, dalla città e dalle sue comodità.
Per realizzare il documentario, che è una sintesi, un frammento digitale della vita di queste quattro donne, lo scorso inverno abbiamo percorso qualche chilometro in giro per la Provincia. Le abbiamo raggiunte ad Alba di Canazei (Val di Fassa), dove vive Sarah con il marito Moreno e i loro due bimbi, a Roveda (Frassilongo, Val dei Mocheni), dove abbiamo incontrato Katia e Diego con il piccolo Nicolas. Abbiamo poi portato la nostra telecamera a casa di Gema, neo mamma di Diego, a Comano (nelle valli Giudicarie) e a Riva del Garda, dove risiede Lara, imprenditrice e mamma di due splendidi bambini.
“Da alcuni anni” – spiega nel video la dott.ssa Tiziana Romanelli – “si sperimenta un metodo innovativo per seguire le donne con diabete di tipo 1 in gravidanza”. Infermieri e medici tengono monitorati i pazienti attraverso un “cruscotto medico” via web. “Qui” – prosegue la dottoressa Romanelli – “prescriviamo i farmaci e la terapia, ma anche questa App che permette di raccogliere dati giornalieri dei pazienti per il controllo della glicemia e anche di mettere in contatto il centro diabetologico con la donna attraverso una chat per poter suggerire il metodo migliore per il controllo della glicemia”. La App si può personalizzare dal cruscotto medico secondo le necessità di ciascuna donna. È un po’ come prescrivere le dosi e le modalità di assunzione di un farmaco. “Per noi medici” – aggiunge Romanelli – “l’innovazione consiste proprio nella possibilità di prescrivere la App per la gestione di una patologia cronica”.
L’interazione con la paziente tramite chat (una sorta di WhatsApp) ha permesso alle mamme di sentirsi “tranquille” e in “buone mani” – ha dichiarato ai nostri microfoni Sarah, ragazza inglese che vive in Val di Fassa, in Trentino, da più di sette anni, sposata con Moreno, con cui ha due figli.
Sarah ha utilizzato la App anche quando, al sesto mese della sua seconda gravidanza, ha deciso di intraprendere un viaggio in automobile per trascorrere le vacanze a casa sua, in Inghilterra. Montata la tenda sopra il veicolo, è partita dalla Val di Fassa con il marito Moreno e la piccola primogenita, di appena un anno. “È stato un po’ più difficile seguire le indicazioni della dottoressa, perché quando sei in viaggio non sempre si riesce a mangiare correttamente e farsi il monitoraggio della glicemia nei tempi corretti. Ma siccome devi scrivere quello che mangi, ci stai più attenta. Non appena trovavo la rete wifi, inviavo i dati inseriti nella App e attendevo la risposta del team diabetologico. Senza l’applicazione non avrei mai potuto fare questo viaggio “wild” (selvaggio) e tornare a casa a vedere la mia famiglia”.
“Sono mamma da due anni di una.. piccola peste! Quando ho scoperto di essere incinta, la dottoressa Romanelli mi ha proposto di entrare a far parte di un progetto “– ha raccontato Katia, di Roveda (Frassilongo, Valle dei Mocheni), un’altra delle mamme che ha utilizzato la App durante la sua prima gravidanza. “Ero convinta si trattasse di sperimentare un nuovo microinfusore, un nuovo farmaco. E invece mi sono ritrovata in mano un cellulare e un’applicazione… ed io non sono per nulla tecnologica! Da quel momento in poi è iniziato il percorso più bello che ho avuto nella vita. Mi sono sentita in famiglia”.
“Ti sentivi sempre in reparto. Invece che essere ricoverata in ospedale, eri a casa tua e facevi la tua vita” – dichiara Lara, di Riva del Garda, che ha utilizzato la nuova tecnologia con entrambi i suoi bambini. “Ormai siamo tutti abituati ad usare applicazioni sul cellulare. Questa l’hanno sviluppata in modo che chiunque possa capire come funziona”.
“Mi è piaciuta come esperienza. Sia il medico che il team erano disponibili ad aiutarmi in tutto. Sapere che dietro la tecnologia c’erano dei professionisti pronti ad aiutarmi nel caso avessi avuto bisogno, mi ha trasmesso sicurezza” – racconta nel video Gema, neo mamma di Diego, che da un paio d’anni si è trasferita dalla Spagna e ora vive a Comano, nelle Valli Giudicarie.
“Le tecnologie di intelligenza artificiale che si sviluppano in Fondazione Bruno Kessler” – spiega Paolo Traverso, direttore del Centro ICT della FBK – “permettono di costruire sistemi e applicazioni che interagiscono con le persone e le aiutano a prendersi cura della propria salute”.
Nella prima sperimentazione, il diario digitale del diabete era disponibile per smartphone con sistema operativo Android, mentre con la nuova versione della App, anche i cellulari Apple potranno installarla.
L’innovazione, unica in Italia, è stata oggetto lo scorso 15 marzo 2019 di un servizio giornalistico dell’ANSA nazionale.