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Il linguaggio nell'”era uomo-macchina”: in che modo le nuove forme di tecnologia del linguaggio cambieranno la nostra comunicazione e il linguaggio stesso?

10 Giugno 2021

L'"era uomo-macchina" sta arrivando: il momento in cui la tecnologia si integra con i nostri sensi non confinata ai dispositivi mobili. Significa che l'hardware passerà dalle mani agli occhi e alle orecchie. Gli occhiali e gli auricolari intelligenti saranno in grado di tradurre le parole del nostro interlocutore e avremo la sensazione che lui o lei ci stia parlando nella tua lingua. Ma la tecnologia non si limiterà a mediare ciò che vediamo, ascoltiamo e diciamo in tempo reale ma sosterrà con noi conversazioni sempre più complesse.

Una rete di ricerca costituita di recente, la “Language in the Human-Machine Era” (LITHME), che accoglie al suo interno membri provenienti da 52 paesi, esplora come tali progressi tecnologici possano cambiare la nostra comunicazione quotidiana e, in definitiva, il linguaggio stesso. Come primo passo importante in questo percorso, LITHME ha pubblicato un rapporto ad accesso aperto che riunisce le intuizioni di decine di specialisti nei campi della tecnologia del linguaggio e della ricerca linguistica.

‘LITHME riguarda il futuro. Si tratta di nuove tecnologie dietro l’angolo, che cambieranno il modo in cui usiamo il linguaggio, il modo in cui parliamo, troviamo informazioni e interagiamo con i computer”, afferma Dave Sayers (Università di Jyväskylä, Finlandia), presidente della rete.

Sulla base degli sviluppi attuali e prevedibili della tecnologia, si possono delineare due imminenti cambiamenti nella comunicazione umana: parlare attraverso le tecnologie e parlare alle tecnologie.

Il primo implica che i dispositivi indossabili parteciperanno attivamente alle nostre conversazioni. ‘Presto non fisseremo più i telefoni cellulari che teniamo in mano; quell’informazione apparirà davanti ai nostri occhi e verrà da minuscoli oculari. E aggiungendo i nuovi auricolari intelligenti, vedremo e ascolteremo informazioni extra sul mondo che ci circonda: cose semplici quali indicazioni stradali e contenuti più avanzati quali traduzioni automatiche di persone che parlano altre lingue. Le nostre stesse parole verranno amplificate, chiarite, tradotte e sottotitolate mentre parliamo; e altre persone le vedranno e le sentiranno per mezzo della tecnologia per occhi e per orecchie che indosseranno”, spiega Sayers.

“Ci capiterà anche di parlare con chatbot sugli schermi e con personaggi realistici nella realtà virtuale di nuova generazione. Questi chatbot saranno molto più intelligenti di quelli di adesso, pronti a conversazioni complesse, aiutando a riflettere sui problemi, discutendo piani, consolando le delusioni e celebrando i successi”, afferma Sayers, aggiungendo: “Tutto ciò ha enormi implicazioni per il linguaggio”.

Cosa significheranno questi cambiamenti nella comunicazione per quanto riguarda il modo in cui le persone si identificano con lingue specifiche o si comportano quando sono impegnate in un dialogo? In che modo influenzeranno il modo in cui impariamo le lingue, in cui traduciamo testi o il modo in cui le leggi vengono scritte e interpretate? Un’elevata dipendenza dalle tecnologie del linguaggio in tempo reale potrebbe cambiare la struttura del linguaggio? A lungo termine, gli sviluppi nelle interfacce cervello-macchina potrebbero integrare o addirittura sostituire il linguaggio? Queste sono alcune delle domande che LITHME si pone.

Una collaborazione unica di linguisti e tecnologi

Il progetto di networking, della durata di 4 anni, finanziato dalla European Cooperation in Science and Technology (COST), è partito nell’ottobre 2020 e attualmente conta membri di tutti i 27 stati dell’UE più altri 25 paesi da tutti i continenti. Col progetto LITHME si cerca di colmare il divario tra linguisti ed esperti di tecnologia, in modo che i primi possano beneficiare di una migliore previsione tecnologica e i secondi di una migliore comprensione delle potenziali conseguenze linguistiche e sociali delle tecnologie emergenti.

Otto sono i gruppi di lavoro che rappresentano diverse aree della ricerca linguistica: “Linguistica computazionale”, “Lingua e diritto”, “Diritti linguistici”, “Diversità linguistica, vitalità e pericolo”, “Apprendimento e insegnamento delle lingue”, “Ideologie, credenze, atteggiamenti”, “Lavoro linguistico, professionisti del lingiuaggio” e “Variazione linguistica”. I membri di ciascun gruppo di lavoro hanno contribuito al rapporto di previsione intitolato “The Dawn of the Human-Machine Era”, pubblicato il 19 maggio scorso.

Il rapporto descrive lo stato attuale e le probabili traiettorie future di varie tecnologie linguistiche – per le modalità del linguaggio scritto, parlato, tattile e firmato. È il risultato di una collaborazione unica, afferma Sviatlana Höhn (Università del Lussemburgo), vicepresidente di LITHME, co-autrice e curatrice del rapporto. ‘LITHME riunisce persone provenienti da direzioni diverse nel lavoro linguistico che raramente si confrontano tra loro. Vediamo i primi risultati di questo dialogo già nel nostro rapporto di previsione: siamo stati in grado di raccogliere una varietà di opinioni e fatti in un unico documento prodotto da ricercatori che altrimenti non avrebbero mai lavorato insieme su un’unica pubblicazione. Ci aiuta a imparare gli uni dagli altri, da altre comunità.’

La tecnologia progredirà in modo ineguale per le diverse lingue

La pubblicazione vuole essere sia autorevole che accessibile, rivolta ai professionisti del linguaggio e della tecnologia, ma anche ai decisori politici e al pubblico in generale. In essa si mostra come una serie di nuove tecnologie trasformerà presto il modo in cui usiamo il linguaggio. Si discute il software che alimenta questi nuovi progressi in background, così come i dispositivi di consumo quali lenti per realtà aumentata e spazi di realtà virtuale immersiva. Si spera di fornire un quadro chiaro di come tutto ciò si aggiunga a un enorme cambiamento nel modo in cui comunichiamo”, afferma Dave Sayers, anche coautore e co-editore del rapporto.

Ma con le possibilità entusiasmanti arriveranno anche le sfide. Il rapporto fa luce su questioni critiche quali l’ineguale accesso alle tecnologie, la privacy e la sicurezza e le nuove forme di inganno e criminalità.

‘Incontreremo i soliti problemi su chi può permettersi gli ultimi aggiornamenti. Questi dispositivi potrebbero anche funzionare meno bene in alcune lingue o non funzionare affatto in altre”, avverte Sayers. “Vogliamo stimolare nelle persone un’attenta riflessione sulla tecnologia del futuro. Non tutti trarranno uguale beneficio da questi progressi e alcuni rimarranno molto indietro. I progressi di solito sono più veloci nelle lingue più diffuse del mondo, come l’inglese o il cinese. Le lingue dei segni, intanto, sono molto più complicate da comprendere per le macchine, quindi muoveranno molto più lentamente. Speriamo di incoraggiare i nostri lettori a tenere d’occhio le disuguaglianze mentre vedono apparire questi nuovi fantasiosi gadget – per percepire le disuguaglianze in mezzo al clamore del marketing.’

Il rapporto “The Dawn of the Human-Machine Era” è accessibile qui: https://lithme.eu/publications

È stato scritto da 52 ricercatori e ricercatrici e curato dal presidente di LITHME Dave Sayers (Università di Jyväskylä), dal vicepresidente Sviatlana Höhn (Università del Lussemburgo) e dal presidente del gruppo di lavoro di linguistica computazionale di LITHME Rui Sousa Silva (Università di Porto, Portogallo).

 


 

Scopri di più sulle attività di LITHME: https://lithme.eu.


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