Importanza della deontologia e della competenza comunicativa nella formazione dei nuovi medici di Medicina Generale
Al via il nuovo triennio del Corso di Medicina Generale con dei consigli d’eccezione da parte di esperti del settore
Una giornata importante, da ricordare negli anni a venire, quella del 28 aprile 2023 per i 20 studenti e studentesse che hanno partecipato all’inaugurazione del Corso di Medicina Generale presso l’Aula Grande della sede FBK di Trento. Nel prossimo triennio si formeranno per diventare le figure chiave che nella nostra società fanno da ponte tra cittadinanza e salute pubblica: i medici di medicina generale.
Possiamo partire da una sagace frase del regista Woody Allen per comprendere lo spirito che ha animato la giornata:
“Le parole più belle del mondo non sono “ti amo” ma “è benigno”.”
Poche parole che fanno immediatamente capire quanto sia importante e delicato il ruolo del medico di medicina generale, in particolare in una società post-pandemica profondamente cambiata nei suoi assetti più profondi e che si scontra necessariamente con problematiche strutturali che si riverberano sull’accessibilità alla diagnostica e alle cure, sui rapporti con le figure curanti e sul rapporto di fiducia che lega medico e paziente.
I relatori e le relatrici che si sono susseguiti sul palco hanno concordato all’unanimità sulla rilevanza della deontologia medica, sull’importanza di affiancare alle competenze scientifiche quelle comunicative e, di conseguenza, sulla rilevanza di un percorso formativo completo e professionalizzante.
E così, dopo gli onori di casa fatti da Antonella Graiff e Giulia Berloffa, rispettivamente responsabile del management e direttrice della Scuola, Marco Ioppi (Presidente dell’Ordine dei medici Chirurghi e Odontoiatri) ha iniziato a delineare la figura del medico di medicina generale partendo proprio dall’importanza di una formazione puntuale e continua nel tempo; una formazione che permetta ai professionisti di acquisire numerose competenze scientifiche – supportate da evidenze cliniche e da una rigorosa deontologia – ma anche di offrire un’assistenza sanitaria umanizzata ai pazienti in momenti cruciali della loro vita. Diritto alla salute, quindi – garantito peraltro dall’Art.42 della Costituzione Italiana – ma anche diritto alla “gentilezza”, intesa come capacità del medico di porsi come alleato del paziente, al suo fianco per sostenerlo e aiutarlo. Ciò è importante in un momento storico in cui i disservizi presenti nella sanità pubblica esacerbano gli animi dei cittadini, che devono vedere nel medico curante una risorsa in cui riporre fiducia e non la causa stessa della mala sanità.
Il medico è, infatti, il primo attore della sanità pubblica con cui un paziente entra in contatto ed è pertanto rivestito di una grande responsabilità: “mantenere sani i sani” attraverso la prevenzione, ponendosi in primis come modello, e dotandosi di enorme pazienza ed empatia, come ha sottolineato Antonio Ferro, dirigente generale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari.
E qui si entra nel vivo di quella che è la deontologia medica, un insieme di regole necessarie a regolamentare una professione tanto importante, ma anche uno spirito che deriva dalla percezione collettiva dell’attività svolta e del suo articolarsi con la collettività sociale. Nella relazione dal titolo “Nel cantiere sempre aperto delle regole deontologiche” Sandro Spinsanti – laureato in biologia e psicologia, esperto di etica e bioetica e attualmente direttore dell’Istituto Giano per le Medical Humanities e il management in sanità – ha approfondito questo tema, sostenendo calorosamente e con convinzione l’assoluta imprescindibilità di un corpus di regole che faccia del medico un professionista della cura in grado di operare con modalità assai differenti da quelle che si adottano abitualmente. Ignorando, tanto per cominciare, le caratteristiche personali socialmente rilevanti dei pazienti che si trova davanti: un buon medico deve infatti essere super partes, capace cioè di accantonare le opinioni personali sul singolo, i rapporti di affetto, amicizia o magari antipatia che li legano, adottando un approccio neutrale ed egualitario.
In quest’ottica, la deontologia diventa quindi un’etica più alta che non rende i medici buoni, ma ne fa dei buoni medici che instaurano con i propri pazienti rapporti “artificialmente veri” incentrati sul segreto professionale e il dovere di non mentire a chi si affida alle loro cure.
Tale deontologia non può, tuttavia, rimanere ferma al giuramento di Ippocrate, ma deve aggiornarsi e conformarsi a una società fluida in perenne cambiamento: in passato un bravo medico era definito dai titoli, oggi da come si rapporta con la persona in cura e dalla sua competenza comunicativa, oltre che da quella scientifica. Inoltre, un tempo il medico di medicina generale lavorava isolato, mentre adesso la tendenza è senz’altro quella di fare rete e di mettere in comunicazione tra loro i vari attori protagonisti della salute pubblica, in primis i medici tra loro ma poi anche con gli specialisti di riferimento, gli ospedali, gli infermieri e così via, tramite dipartimenti ospedalieri transmurali e reti cliniche che arrivano al territorio in modo capillare.
Similmente, anche la formazione dei medici deve aggiornarsi adeguandosi alla medicina stessa che attraversa profondi processi innovativi, ad esempio per l’avvento dell’intelligenza artificiale, e uniformandosi a livello europeo dato che i medici al giorno d’oggi spesso si spostano e finiscono a lavorare all’estero, come ha sottolineato Alessandro Mereu, presidente dell’Accademia Italiana Cure Primarie, nella relazione “De-formare la medicina generale.”
E in quanto a Intelligenza Artificiale, la Fondazione Bruno Kessler ha sicuramente qualcosa da dire, motivo per cui a partire dal primo gennaio 2021, non si limita solo ad ospitare nelle sue sedi la Scuola di Medicina ma ne gestisce la parte finanziaria attraverso un Protocollo Quadro deliberato dalla Provincia Autonoma di Trento. Con la sua lunga esperienza in sviluppo e sanità digitale, la consolidata competenza nel campo dell’intelligenza artificiale e la vocazione all’innovazione, FBK è ormai un punto di riferimento in questo settore, come ha ricordato il Segretario Generale Andrea Simoni.
La chiusura della mattinata è stata affidata all’Assessore alla Salute e Politiche PAT Stefania Segnana, che ha augurato buon lavoro ai nuovi iscritti e si è detta speranzosa di aumentare, il prossimo anno, il numero dei nuovi aspiranti medici.