L’idrogeno per un modello innovativo di sviluppo territoriale
Ricerca, industria e formazione a confronto sulle opportunità offerte dall'idrogeno
Le potenzialità dell’idrogeno al servizio del territorio per un sistema economico sostenibile. Su questo, e su molto altro, si sono confrontati a Borgo Valsugana (Trentino) alcuni grandi player del settore, enti locali e mondo della ricerca nell’ambito del convegno Idrogeno. Ricerca, industria e formazione tecnica per un modello innovativo di sviluppo territoriale.
L’evento, organizzato da Fondazione Bruno Kessler insieme al Comune di Borgo Valsugana e al BIM Brenta, ha presentato diverse esperienze sul tema dell’innovazione in ambito energetico tramite l’utilizzo dell’idrogeno, la cui diffusione è sostenuta con forza anche dall’Unione Europea, che – secondo i dati illustrati in apertura dei lavori da Carlos Navas, officer di Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking, piattaforma europea che unisce pubblico, privato e ricerca – negli ultimi anni ha investito 900 milioni di euro in oltre duecento progetti di ricerca e sviluppo di soluzioni energetiche basate su questo vettore energetico. Una “filiera”, quella dell’energia pulita e dell’idrogeno in particolare, in linea con l’obiettivo europeo di essere un continente “carbon free” entro il 2050 e capace, potenzialmente, di generare importanti ricadute anche da un punto di vista economico e occupazionale, stimate in 800 miliardi di euro e oltre 5 milioni di posti di lavoro entro il 2050.
Luigi Crema, responsabile dell’Unità ARES della Fondazione Bruno Kessler, ha coordinato i lavori della giornata e condotto la tavola rotonda conclusiva, Il Trentino e la Valsugana per un sistema economico sostenibile.
“L’Europa ha un vantaggio competitivo internazionale grazie alle competenze e alla leadership industriale del settore a livello mondiale – spiega il ricercatore -. L’investimento nella produzione e utilizzo dell’idrogeno è considerato un elemento imprescindibile per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030 e 2050 e in tal senso sono stati attivati molti programmi di supporto non solo allo sviluppo di tecnologie, ma anche di trasferimento al mercato. L’idrogeno – continua Crema – si caratterizza per essere un vettore energetico che può essere prodotto da fonti rinnovabili, è privo di emissioni carboniche o inquinanti e rappresenta una filiera completa, dalla produzione tramite elettrolisi al trasporto su reti gas o trailer, dallo stoccaggio mediante varie forme e vettori, fino all’utilizzo finale nella mobilità elettrica o all’impiego nell’industria e nel settore residenziale. In Fondazione Bruno Kessler stiamo partecipando a questa transizione con diverse competenze, mettendole a disposizione dell’industria. Collaboriamo con numerosi stakeholders di primo piano, tra cui Snam, Shell, SOLIDpower, Alstom, Sapio, nelle diverse fasi della produzione: sviluppo dei materiali, modellazione, ingegnerizzazione, prototipazione e validazione in laboratorio e su scala reale“.
Proprio alcune di queste realtà, ma non solo, sono state protagoniste della mattinata presentando le proprie esperienze e testimonianze sull’applicazione di questo vettore energetico in diversi ambiti: Martin Gallmetzer, dell’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche di Bolzano, è intervenuto raccontando quanto sta accadendo nel vicino Alto Adige-Suedtirol, dove molte esperienze sono già state avviate e portate avanti sulla mobilità urbana sostenibile, e di come questa possa essere un modello di Hydrogen Valley nazionale; Dina Lanzi, di SNAM, ha illustrato la visione, le priorità e le iniziative della società lombarda nel campo dell’idrogeno, soffermandosi in particolare sul nuovo progetto Snamtec per la transazione energetica; Michele Gubert di SOLIDpower, azienda trentina specializzata nella ricerca e sviluppo di celle combustibile ad idrogeno in un contesto europeo ed internazionale, ha approfondito il presente e il futuro delle celle a Ossidi Solidi; Valter Alessandria di Alstom ha illustrato le potenzialità e le opportunità dei treni ad idrogeno, già presenti con successo in diverse città; Davide Damosso ha invece raccontato l’esperienza di Environment Park di Torino come modello di attrazione e sviluppo di imprenditorialità; Mauro Casotto ha infine presentato le azioni e le attività a supporto delle imprese offerte da Trentino Sviluppo.