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Diabete e intelligenza artificiale: dal cittadino alla ricerca

2 Novembre 2020

All'interno del progetto "La bottega della scienza", in cui vengono raccolte proposte di ricerca scientifica avanzata da cittadini e che coinvolge anche le scuole, è nata una collaborazione tra una paziente diabetica e il gruppo di ricerca eHealth di FBK

Il coinvolgimento diretto dei cittadini in attività di ricerca scientifica è oggi una realtà sempre più diffusa. Ormai non si contano in tutto il mondo i progetti di citizen science, in cui appassionati non esperti “aiutano” i ricercatori nel condurre una ricerca, per esempio raccogliendo dati o mettendo a disposizione la potenza di calcolo dei propri computer.

Esistono però anche altre forme di ricerca partecipata, in cui i cittadini hanno l’opportunità di proporre loro stessi idee e progetti di ricerca scientifica: a questa categoria appartengono i cosiddetti “sportelli della scienza” (dall’inglese science shop), molto diffusi soprattutto nel nord Europa. Da circa due anni anche la Fondazione Bruno Kessler ha il suo science shop, “La bottega della scienza”, che oltre a cittadini e ricercatori coinvolge anche il mondo della scuola: sono infatti gli studenti di alcune scuole superiori del territorio, con la supervisione di ricercatori esperti e grazie alla collaborazione con l’unità FBK Junior, a realizzare i progetti di ricerca basati sulle proposte della cittadinanza.

Una delle proposte ricevute nell’edizione 2019/2020 è stata avanzata da Cecilia Cainelli, paziente diabetica, che sulla base della propria esperienza personale e sanitaria ha posto una sfida molto diretta: sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale per realizzare un sistema di controllo efficace delle diverse variabili che possono influire sul valore della glicemia.

La proposta, selezionata tra le più interessanti dal comitato scientifico de “La bottega della scienza”, ha attratto subito l’attenzione dell’unità eHealth di FBK, che aveva già avviato alcune linee di ricerca relative allo sviluppo di app e strumenti simili per i pazienti diabetici.

Così, mentre la proposta originaria di Cainelli è diventata un piccolo progetto di ricerca realizzato da una classe dell’Istituto Buonarroti di Trento – impegnata nella realizzazione di un programma informatico che fungerà da “base” per un dispositivo in grado di monitorare l’assunzione di insulina – le sue sollecitazioni sono diventate subito un prezioso stimolo per i ricercatori FBK, che hanno colto l’opportunità di migliorare le proprie ricerche sul diabete grazie alle indicazioni di una paziente dotata di una profonda conoscenza (anche dal punto di vista strettamente scientifico) della propria malattia.

«È stato particolarmente stimolante cogliere lo spunto avanzato da una paziente diabetica come Cecilia, che ha subito dimostrato di avere ben presente la gestione scientifica che si può fare dell’evoluzione della sua patologia», spiega Andrea Nicolini, project manager di TrentinoSalute4.0, principale punto di riferimento di FBK per questo progetto. «Cercare di contemplare le esigenze di Cecilia da un lato e quelle della scuola dall’altro, in un percorso di crescita all’interno del progetto, e la finalizzazione di un’attività di ricerca che consentisse di raggiungere un risultato utile a tutti, è stata una sfida davvero interessante che ci ha permesso di mettere molta della passione che già caratterizza le attività da noi svolte quotidianamente».

«Ho sempre creduto molto nella ricerca e nella scienza, e per me la Fondazione Bruno Kessler è sempre stato un punto di riferimento», sottolinea Cecilia Cainelli. «Ho pensato di lanciare una sfida, attirando l’attenzione su un particolare bisogno: la mia patologia non è ancora totalmente conosciuta, ed esistono tantissime variabili che possono influenzarla. Una delle cose che la ricerca può fare è proprio scoprire quali siano queste variabili. Questa sfida è stata raccolta dai ricercatori di FBK».

Ora l’auspicio è che questa esperienza possa diventare la prima di una lunga serie, nell’ambito della già citata crescita della citizen science, anche in ambito medico-sanitario. «Raccogliere gli input dei cittadini non solo è una sfida oggi, ma ragionevolmente sarà l’ambito di sfida maggiore nei prossimi anni per la ricerca», ricorda Nicolini.

Il progetto con l’Istituto Buonarroti si concluderà a inizio 2021. L’intenzione del gruppo di ricerca è poi quella di proseguire la collaborazione con Cecilia Cainelli e al tempo stesso facilitare anche in futuro iniziative simili di citizen science, che coinvolgano altri pazienti e cittadini, oltre agli stessi studenti delle scuole.

 


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