Educazione finanziaria: alfabetizzazione per il futuro
Un approfondimento sui temi al centro dell' incontro organizzato da FBK-IRVAPP con Elsa Fornero
Il 21 novembre, nell’ambito del mese dell’educazione finanziaria, l’istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche della Fondazione Bruno Kessler (FBK-IRVAPP) ha organizzato un evento aperto al pubblico dal titolo “Conoscenza economica di base per decisioni individuali consapevoli” con Elsa Fornero, professoressa onoraria di Economia al Dipartimento di Scienze Economico-Sociali e Matematico-Statistiche dell’Università di Torino.
Introdotto dal direttore di FBK-IRVAPP Mirco Tonin, professore ordinario di Politica Economica alla Libera Università di Bolzano, e moderato da Matteo Ploner, professore ordinario al Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento, l’incontro ha affrontato il tema cruciale dell’educazione economico-finanziaria come strumento di cittadinanza consapevole.
Cosa significa educazione economica e finanziaria?
“Se non vogliamo occuparci di economia, l’economia si occuperà di noi” ha chiuso il suo intervento Mirco Tonin, prima di cedere la parola a Elsa Fornero. La professoressa ha evidenziato come alcune conoscenze economiche di base abbiano oggi la stessa importanza che un tempo aveva il semplice saper leggere e scrivere. L’espressione educazione economico-finanziaria, che dà il nome al Comitato Edufin promotore del “Mese dell’Educazione Finanziaria” a cui l’evento ha aderito, non si riferisce alla formazione di esperti di finanza, ma a una vera e propria alfabetizzazione di base che consenta ai cittadini di comprendere meccanismi economici fondamentali per le loro scelte quotidiane.
L’idea dell’educazione finanziaria nasce negli Stati Uniti grazie al lavoro pionieristico dell’economista italiana Annamaria Lusardi. Da lì si è progressivamente diffusa in Europa ed è stata promossa a livello globale dall’OCSE e dalla Banca Mondiale, con particolare attenzione alle donne e ai paesi in via di sviluppo.
Disuguaglianze di genere e linguaggio
Nel suo discorso Elsa Fornero si è soffermata proprio sulle disuguaglianze di genere, spiegando come le donne spesso deleghino le decisioni finanziarie ai mariti e tendano a sottostimare le proprie competenze finanziarie. Questo dipende in larga parte dalla familiarità che esse hanno con i concetti e il linguaggio economico e finanziario. Fin dall’infanzia, in famiglia, le bambine sono meno coinvolte nelle conversazioni sul denaro e lo stesso lessico della finanza attinge spesso al mondo dello sport, della mitologia e delle battaglie, ambiti con cui i maschi hanno tradizionalmente maggiore familiarità. Questa barriera linguistica, apparentemente innocua, contribuisce a creare un divario di alfabetizzazione nel vero senso della parola che si traduce in minore capacità decisionale e indipendenza economica femminile, alimentando anche fenomeni di violenza economica.
Il tempo come risorsa e l’istruzione come investimento
Richiamando il modello del premio Nobel italiano Franco Modigliani, la professoressa Fornero ha illustrato la teoria delle decisioni di spesa e risparmio nel ciclo di vita istruzione-lavoro-pensione. Nella fase dell’istruzione, il tempo rappresenta la risorsa più preziosa per i giovani, eppure nessuno insegna loro a gestirlo consapevolmente.
Si può parafrasare dicendo che il tempo è denaro e l’istruzione è un investimento, così educazione e finanza sono strettamente legate. Conoscere concetti fondamentali dell’economia come, ad esempio, il costo opportunità permette di dare al tempo il giusto valore e fare delle scelte migliori o più consapevoli. L’economia, infatti, come è stato evidenziato durante l’incontro, non insegna a fare scelte giuste, ma scelte per cui avremo meno rimpianti.
Sfide demografiche e sostenibilità
Nel corso dell’incontro sono state affrontate alcune sfide strutturali dell’economia italiana: l’emergenza demografica, la sostenibilità del sistema pensionistico, le diseguaglianze intergenerazionali e il fenomeno della fuga dei cervelli. Per rompere questo circolo vizioso saranno necessari interventi su più fronti: aumentare il tasso di occupazione, soprattutto femminile, e la produttività attraverso investimenti in tecnologie e capitale umano attraverso istruzione e formazione professionale.
In questo contesto è stato citato l’esempio virtuoso del Trentino-Alto Adige, che ha recentemente istituito un contributo per l’apertura di un fondo pensione per i nuovi nati.
Economia tra bene comune e istruzione
In chiusura, Elsa Fornero ha sottolineato come l’economia contemporanea stia evolvendo verso una maggiore attenzione al bene comune, attraverso l’integrazione di criteri ESG (Environmental, Social, Governance) e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Si tratta di un tentativo di inserire il benessere collettivo nelle funzioni di massimizzazione dell’utilità tipiche dell’economia. Un cambio di paradigma che richiede, ancora una volta, cittadini economicamente alfabetizzati per essere compreso e sostenuto.
Non è dunque casuale che si parli di “educazione” finanziaria. Questi due termini sono legati a filo doppio: per compiere scelte consapevoli occorre sviluppare un’alfabetizzazione economica e finanziaria che permetta di comprendere il mondo, e allo stesso tempo riconoscere il valore – anche economico – dell’istruzione, che può essere un vero e proprio investimento.
Chi comprende i meccanismi economici può valorizzare appieno l’investimento formativo e chi investe in formazione può acquisire la consapevolezza economica necessaria per navigare la complessità.