Sperimentando si cresce
Proseguono in Fondazione le pratiche di collaborazione tra genitori per offrire esperienze di educazione informale multidisciplinare
La settimana che precede l’inizio del nuovo anno scolastico segna il passaggio dalla stagione estiva ai nuovi percorsi educativi. Anche quest’anno, dal 6 all’8 settembre, si sono svolte presso il vivaio Tuttoverde, alle porte di Trento, le attività del campo estivo “IL GARDEN DELLE MERAVIGLIE”, co-progettato con Progetto92.
Tale attività di welfare aziendale, promossa da FBK, ha visto collaborare genitori ed educatrici professionali nella realizzazione di una serie di esperienze di relazione e apprendimento informale che hanno interessato un gruppo di 7 bambini dai 6 ai 10 anni, figli dei dipendenti della Fondazione.
Il programma proposto ha visto alternarsi ogni giorno due tipi di attività: la cura delle piante e dei fiori nel vivaio, il gioco e la socializzazione, in compagnia delle educatrici; e laboratori di ispirazione scientifica, pensati per incuriosire i bambini rispetto al macro-tema della robotica, dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, approcciati con narrazioni, esperimenti e lavoro di gruppo, proposti dai dipendenti FBK.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito di un’attenzione decennale all’esigenza dei genitori-lavoratori di conciliare tempi di vita e di lavoro durante il periodo estivo. In risposta a questa esigenza è stato sviluppato il format “Summer Kids” che prevede l’organizzazione di laboratori rivolti ai figli dei dipendenti della Fondazione frequentanti le scuole elementari e medie, dove i ricercatori affrontano con modalità interattiva temi scientifici e avvicinano le nuove generazioni al mondo della ricerca.
La Fondazione, certificata secondo lo standard di qualità “Family Audit”, ha sperimentato numerose iniziative di welfare aziendale in risposta a concrete situazioni di bisogno dei dipendenti. Il valore di quanto realizzato in questi anni è stato frutto di una virtuosa collaborazione interna tra il Servizio Risorse Umane, il personale di ricerca e altri servizi di supporto, tale collaborazione ha permesso di creare gruppi di lavoro con competenze trasversali, scientifiche e non.
Il Distretto Family Audit di Trento e il progetto Families Share
Grazie all’esperienza e all’ampliamento della rete territoriale trentina, le iniziative si sono trasformate in azioni di welfare di prossimità portando FBK ad essere un soggetto attivo nel Distretto Family Audit di Trento. Il Distretto, nato con l’obiettivo di generare condivisione sul tema della famiglia e dei servizi per i dipendenti, si caratterizza per la partnership pubblico-privato e l’innovativa co-progettazione tra realtà e competenze diverse, conferendo un significativo valore aggiunto all’esperienza complessiva.
In questo contesto territoriale si è innestato il Progetto Europeo Families Share, dove il Distretto Family Audit di Trento è diventato parte attiva di un living lab di ricerca più ampio sul tema della co-produzione di servizi per il bilanciamento famiglia-lavoro.
Partito nel 2018, Families Share ha esplorato in diversi contesti le opportunità e le sfide di un welfare “dal basso e partecipato”, che vada ad affiancarsi a forme di welfare tradizionale. Il progetto, implementato in sei città europee, ha promosso il reciproco supporto tra genitori in comunità di vicinato o professionali per innescare processi virtuosi di co-produzione di servizi per l’infanzia, soprattutto nel periodo estivo.
La sperimentazione in FBK – che ha visto coinvolti oltre 50 dipendenti e 80 bambini – si è inserita nella riflessione più ampia, portata avanti dalla governance FBK, sui possibili scenari di welfare partecipato e di prossimità in contesti aziendali, attivando le reti di dipendenti e rafforzando i processi di co-progettazione con l’azienda, in un’ottica di benessere organizzativo e di condivisione di responsabilità e risorse.
Oltre all’innovazione sociale e organizzativa, il progetto Families Share ha inoltre esplorato le opportunità offerte dal digitale, realizzando una piattaforma web (co-progettata con oltre 500 persone nelle diverse comunità coinvolte) per agevolare la collaborazione e il coordinamento tra genitori, prestando attenzione a non sostituire l’interazione online con quella in presenza, data l’importanza dell’elemento fiduciario nella costruzione e sviluppo di reti di reciprocità.
Verso un welfare partecipato di prossimità
Organizzazioni vocate alla ricerca, come FBK, possono configurarsi come laboratori di sperimentazione innovativa in ambito di welfare, dando origine a format sostenibili e replicabili in altri contesti organizzativi, in un’ottica di apertura e scambio di buone pratiche. Queste soluzioni collaborative stimolano la partecipazione nel definire e implementare i servizi, non solo da parte dei dipendenti ma anche di altre realtà presenti sul territorio. Questo conferisce valore aggiunto in termini di impatto e benessere organizzativo e soprattutto fornisce risposte concrete ai bisogni di conciliazione dei dipendenti.
L’attivazione di reti collaborative, sia intra- che inter-aziendali, rappresenta una risorsa che vale la pena esplorare in numerosi ambiti, per far fronte a nuove vulnerabilità su cui il welfare tradizionale sembra mostrare delle lacune. È forte la necessità di nuovi modelli di welfare partecipati che possano guardare sempre più al contesto specifico dell’organizzazione e delle persone che la compongono.
“Questa esperienza ci dimostra come le iniziative di welfare possono essere arricchite dal basso, grazie al coinvolgimento dei dipendenti nella co-progettazione delle iniziative, contribuendo con idee, competenze e risorse. Questo rafforza sempre più l’idea che la nuova partita del welfare si gioca in squadra. Siamo soddisfatti del fatto che nonostante il progetto Europeo si sia formalmente concluso a ottobre dello scorso anno, siano molte le iniziative partecipate Families Share portate avanti quest’estate in diverse città. Come a Trento, anche a Venezia e Bologna gruppi di genitori si sono auto-organizzati per proporre soluzioni alla conciliazione seguendo l’approccio Families Share, facendo leva sulle reti di vicinato e il supporto del territorio. Questo dimostra l’impatto positivo portato da Families Share anche dopo la fine del progetto.” (Chiara Leonardi e Gianluca Schiavo, ricercatori dell’unità i3 – INTELLIGENT INTERFACES AND INTERACTION)