Trento si aiuta
Una comunità coesa e resiliente che reagisce nel momento di massima difficoltà inventando soluzioni collaborative che partono dalle persone coinvolgendo la PA e il terzo settore
Trovare 700 volontari in pochi giorni? Si può fare!
Quando si raccontano le grandi imprese, spesso si dimentica chi è stato ad avviarle. Il reclutamento, in pochi giorni, di oltre 700 volontari disponibili ad aiutare gli anziani soli e le persone fragili della Valle dell’Adige è sicuramente un bel progetto che merita di essere ricostruito anche per come è nato all’inizio dell’emergenza Coronavirus.
Nei primi giorni di marzo succede che Andrea Santoni 25 anni, laureando in Filosofia, presidente della Consulta universitaria, ed Emanuele Pastorino 26 anni, ligure d’origine, laureato in Giurisprudenza a Trento, cercano di superare lo smarrimento da Covid 19 dandosi da fare: “Ci siamo detti: questa non è solo una crisi sanitaria, c’è anche una crisi sociale ed economica a cui far fronte. Abbiamo guardato allora a chi si era già attivato, come il gruppo Scout Gardolo I, che portava la spesa a domicilio agli anziani. Attraverso gli scout siamo arrivati al Comune di Trento e ad Alessandro Dellai, dei Servizi sociali. Insieme abbiamo cercato di capire come metterci a disposizione della comunità”.
È così che Santoni e Pastorino, già attivi nell’associazionismo universitario, pensano alla piattaforma per raccogliere la disponibilità di tutti i cittadini che, come loro, desiderano dare una mano. “Abbiamo costruito il form, ovvero il modulo on line, per l’adesione – racconta ancora Santoni – Poi con l’aiuto del ricercatore FBK Maurizio Napolitano abbiamo creato la piattaforma “Trento si aiuta”.
Quando siamo partiti, avevamo il sostegno di molte associazioni, impossibile citarli tutti. Siamo subito stati sorpresi dalla risposta dei cittadini: sono stati in tanti a dare la propria disponibilità, per la maggior parte cittadini singoli, senza sodalizi o appartenenze alle spalle. È stato bello constatare che in momenti di emergenza, quando c’è bisogno di stare vicini, viene a galla il lato solidale della nostra comunità”.
Com’è noto, le persone che hanno risposto all’appello di “Trento si aiuta” sono poi entrate a far parte di quella grande macchina della solidarietà che è Pronto Pia, attiva da anni nell’assistenza agli anziani, e in questi giorni potenziata proprio per rispondere a tutte le richieste di intervento.
Per Santoni questa non è un’iniziativa straordinaria. È infatti coerente con l’impegno nell’associazionismo universitario degli anni scorsi ed è soprattutto un progetto che può avere sviluppi futuri: “Anche in passato, abbiamo sempre lavorato perché gli universitari si sentissero parte della città, si mettessero a servizio della comunità. In più occasioni abbiamo constatato che c’è una generazione che vuole dare una mano. Io non vedo nessuna dicotomia tra giovani e vecchi: anzi, penso che insieme queste generazioni lontane possano costruire qualcosa di bello. Mi piacerebbe per esempio un cohousing intergenerazionale…” Ma questa è già un’altra storia, di cui forse parleremo un’altra volta.
Ecco alcuni nodi della rete dell’associzionismo locale e della cooperazione sociale che si è attivata in risposta all’appello lanciato dal Comune di Trento a partire dall’impulso dei cittadini attivi:
UDU Trento, UNITiN, Ali Aperte, Deina Trentino Alto Adige, Arci del Trentino, Arcigay del Trentino, Trento Poetry Slam, RUGBY TRENTO, Agesci Trentino – Alto Adige, Scout CNGEI Trento, Café de la Paix Trento, AUSER del Trentino, Centro Sociale Bruno, Agenzia di Stampa Giovanile, Kaleidoscopio Società Cooperativa Sociale.
Post pubblicato in data 23 aprile 2020 sulla pagina Facebook del Comune di Trento