Turismo, acqua ed energia: tre elementi chiave per la sostenibilità
Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992. Il tema di quest’anno è il legame tra acqua e cambiamenti climatici, una questione che impegna a fondo l’agenda della Fondazione Bruno Kessler. Vediamo come.
Il centro Digital Society di FBK partecipa quale coordinatore a NEVERMORE, progetto di ricerca quadriennale, finanziato nell’ambito del programma Horizon Europe. Il centro Sustainable Energy, dal canto suo, offre una funzione di supporto al caso studio trentino, mentre il Servizio Turismo e Sport della Provincia autonoma di Trento gioca nel ruolo di leader per il medesimo caso studio.
Gli obiettivi di NEVERMORE – nel quale sono coinvolti sedici partner di otto diversi paesi – sono: sviluppare modelli e strumenti integrati per la simulazione e la valutazione degli impatti e dei rischi del cambiamento climatico; realizzare nuovi strumenti digitali ed interattivi per aiutare cittadine e cittadini, insieme con chi è chiamato a prendere le decisioni politiche, a conoscere meglio gli scenari futuri plausibili e ad agire di conseguenza.
Tra i cinque casi scelti per la concretizzazione del progetto, vi è anche quello del Trentino, particolarmente toccato dai cambiamenti climatici nelle sue aree montane, a causa dell’aumento delle medie di temperature e quote della neve stagionale, della diminuita durata della copertura nevosa, dello scioglimento e del ritiro dei ghiacciai, delle alluvioni e dei sempre più duraturi periodi di siccità. Pensiamo a quanto tutti questi fenomeni impattino sul turismo invernale, alla luce della necessità di produrre neve artificiale e della considerevole richiesta di acqua e di energia che tale richiesta comporta. Turismo, acqua ed energia sono dunque stretti in un solido vincolo ed è per questo necessario ragionare su soluzioni sostenibili, in vista del bene comune.
Ma la montagna, si sa, non vive di solo inverno. Le ricerche condotte in FBK nell’ultimo anno si sono dirette, infatti, anche allo studio della scarsità idrica in montagna e al suo impatto sulla vita dei rifugi alpini (ne sono stati presi in considerazione una quindicina), guardati come vere e proprie sentinelle del cambiamento climatico. Per funzionare e per dare ospitalità a visitatrici e visitatori nella bella stagione, i rifugi hanno bisogno d’acqua. È una questione non sempre di facile soluzione, alla quale i rifugisti hanno risposto in vari modi: investimenti strutturali (per esempio con la creazione di nuove vasche di accumulo di acqua piovana o proveniente dallo scioglimento di ghiaccio e neve, di bagni a secco), pratiche di conservazione dell’acqua disponibile e strategie per la sua realizzazione (limitazioni agli usi considerati non essenziali, come la doccia; sensibilizzazione di chi nel rifugio sosta o per il rifugio transita). Il lavoro di ricerca ha rivelato come sia fondamentale comunicare il tema della scarsità idrica, e come la tecnologia possa aiutare nell’opera di sensibilizzazione, per esempio attraverso la data physicalization. Si tratta di una soluzione che mira a colmare il divario tra informazioni digitali e oggetti fisici, proponendosi di mettere a disposizione modi nuovi di interazione con i dati, capaci di andare oltre visualizzazioni tradizionali o interfacce digitali. Informazioni più fisiche, tangibili, potrebbero e dovrebbero aiutare a comprendere meglio la centralità del tema.
Come trasmettere queste informazioni nel modo migliore è un impegno al quale va apposto al momento il cartello dei “lavori in corso”, nonostante alcuni risultati scientifici siano già a disposizione del pubblico. La soluzione per materializzare i dati su disponibilità e consumo di acqua terrà conto delle interviste condotte da ricercatrici e ricercatori, oltre che, naturalmente, delle analisi dei dati. Questo approccio partecipativo, presente e attuale fin dalle prime fasi di lavoro, sarà mantenuto nei prossimi mesi, con l’obiettivo principale di affinare la comprensione del problema grazie anche all’aiuto degli attori e delle attrici del territorio, immaginando insieme soluzioni e interventi che possano garantire un consumo più sostenibile di acqua.