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Una call for artists per sfidare i complotti con la meraviglia

31 Ottobre 2023

Il consorzio European Digital Deal attraverso Sineglossa cerca un artista o un collettivo artistico per un progetto su disinformazione e fascino delle storie. In palio 25 mila euro e una residenza al Tecnopolo di Bologna.

All’interno del progetto European Digital Deal cofinanziato dal programma Creative Europe, l’organizzazione culturale Sineglossa, unico partner italiano del progetto, lancia una call internazionale per una residenza artistica al Tecnopolo Manifattura | Data Valley Hub di Bologna, sede di alcuni tra i più potenti High-Performance Computers al mondo e punto di riferimento internazionale per Supercomputing, Big Data e AI.

In palio 25000 euro, la residenza proprio presso il Tecnopolo e altre consulenze e risorse tecniche offerte dai partner CINECA Visual Lab e Fondazione Bruno Kessler.

La call for artists è aperta dal 28 settembre al 30 novembre 2023 e offre in totale 12 residenze, nei 12 paesi delle organizzazioni partner del progetto.

I dettagli del bando, l’elenco delle sfide lanciate da ogni organizzazione, la guida per chi si candida e il form di candidatura sono disponibili al link seguente: https://ars.electronica.art/eudigitaldeal/en/open-call/

L’incanto della verità

La sfida lanciata dal consorzio European Digital Deal attraverso Sineglossa si intitola “The enchantment of truth” (L’incanto della verità) ed è aperta a singoli artisti e collettivi che vogliano riflettere sull’era della post-verità, sulle sue conseguenze per i nostri valori democratici, e/o sulla progettazione di sistemi che espongono, o reagiscono, a questi rischi.

L’idea di lavorare con gli artisti sul tema della disinformazione nasce da una serie di riflessioni sviluppate da Sineglossa a partire dal romanzo La Q di Qomplotto. QAnon e dintorni di Wu Ming 1, pubblicato nel marzo del 2021 da Edizioni Alegre. Il romanzo, oltre a raccontare la difficile, disturbante e contorta storia di QAnon, delinea una fenomenologia del funzionamento mitico delle fantasie di complotto. Ovvero riconosce che le pratiche di debunking (contrasto alle false notizie) possono essere efficaci se contengono sia il fascino delle storie che il nocciolo di verità. Se, come afferma Wu Ming 1, sono necessari questi due elementi per una forma efficace di debunking, cosa succederebbe se ad assumere questa sfida fosse un’artista? Attorno a questa domanda si sono riunite diverse figure, esperte di intelligenza artificiale, arte digitale, tecnologia e spazio pubblico – Wu Ming 2, Luca Baraldi, Ilaria Bonacossa, Sara Tonelli, Barbara Busi, – per definire la sfida “The
enchantment of truth” pubblicata da Sineglossa nella call.

L’invito a candidarsi è rivolto ad artisti che lavorano con qualsiasi media e affrontano la disinformazione – sia quella veicolata dall’IA, che quella sull’IA stessa – con dati affidabili, meraviglie e storie. L’uso dell’IA generativa – testo, immagine, video, musica, ecc. – nell’opera d’arte è un elemento di preferenza, così come la descrizione dei set di dati utilizzati.


In genere tendiamo ad essere molto preoccupati dell’uso improprio dell’intelligenza artificiale finalizzato a diffondere disinformazione. D’altro canto, sono state poco esplorate le potenzialità che l’intelligenza artificiale offre se, messa a disposizione degli artisti, diventa uno strumento per ridefinire la nozione di verità nell’era dell’informazione.” (Sara Tonelli, Head of Digital Humanities Research Unit @ FBK DIGITAL SOCIETY)


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